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L’Aquila: infiltrazioni mafiose e corruzione

da Redazione

Comune dell’Aquila: pagano solo i cittadinicomune L'Aquila

L’AQUILA – Nonostante il Piano Anticorruzione varato dal Comune dell’Aquila nel 2013 e che si riferisce alla legge nazionale 190/2012 (Piano Nazionale per la Prevenzione della corruzione), nel capoluogo abruzzese continuano a verificarsi fenomeni corruttivi rilevanti a tutti i livelli partendo proprio dalle ‘occasioni’ che offre la ricostruzione post-sisma 2009.

La legge nazionale a cui fa riferimento il Piano Anticorruzione del Comune aquilano ha radice tra le prime iniziative in materia all’art.6 della Convenzione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite e adottato dall’Assemblea Generale dell’ONU in data 31 ottobre 2013 poi ratificata con legge 3 agosto 2009 N° 116 agli artt. 20 e 21.

L’ufficialità è dunque assolutamente inequivocabile ma purtroppo tale piano contro la corruzione pare non abbia avuto grande fortuna in quanto i casi di corruzione si continuano ad avvicendare con una regolarità sconcertante e con danni a carico sia dell’amministrazione ma soprattutto dei cittadini che ormai diventano incalcolabili.

Il piano prevede anche delle norme antiriciclaggio ma come è ben noto sul territorio negli ultimi anni, si sono manifestate attività illecite di stampo mafioso e camorristico e non solo, portate alla luce da tutta la stampa locale. C’è da dedurre dunque che qualcosa non sta funzionando e la responsabilità si potrebbe addurre alla probabile ‘molle’ dell’attuale amministrazione aquilana. Non sono quindi sufficienti i controlli in merito e c’è poco polso nell’osteggiare e prevenire la corruzione e le infiltrazioni mafiose. Alcuni dei casi di tangenti, corruzione e infiltrazioni malavitose si possono annoverare semplicemente facendo uno screening delle rassegne stampa dal 2009 a oggi, per esempio di seguito sono riportate solo alcune delle circostanze:

8 gennaio 2014: Il vicesindaco Roberto Riga si dimette per il bene della città. Sarebbe da chiedere all’ex vice di Cialente come mai al bene della città non c’avesse pensato prima. Il caso che lo ha visto coinvolto riguarda tangenti per un ammontare di 500mila euro elargite a funzionari pubblici che sarebbero state in definitiva nient’altro che la contropartita per l’aggiudicazione di alcuni appalti per la messa in sicurezza di edifici danneggiati dal sisma e fra questi Palazzo Carli sede dell’Università dell’Aquila. Inoltre nelle indagini riguardanti il caso sarebbe emerso anche il reato di appropriazione indebita per una somma totale di 1.268,714 euro da parte di alcuni indagati. Secondo gli investigatori uno degli indagati si sarebbe fatto regalare anche dei MAP che poi sono stati rivenduti. A chi sono stati rivenduti? Con quale metodo?

Coinvolti nell’inchiesta oltre all’ex vicesindaco Riga vi sarebbero anche personaggi di spicco della politica aquilana come Pierluigi Tancredi più volte assessore con PDL e Forza Italia e dirigente all’epoca dei fatti della ASL 1. Vladimiro Placidi ex assessore comunale alla ricostruzione, Daniela Sibilla dipendente collaboratrice dei Beni Culturali nonché ex collaboratrice di Tancredi, Mario Di Gregorio direttore del settore ricostruzione il quale ancora in qualche modo riveste il suo ruolo di dirigente ma non si capisce bene in quale ambito, nonché altri personaggi esterni al capoluogo.

Altro caso di presunta corruzione per appalti vari con ben 25 indagati datato 29 aprile 2015 e riguardante sempre il settore ricostruzione e messa in sicurezza avrebbe coinvolto un imprenditore aquilano Walter D’Alessandro che sarebbe riuscito a convincere il geometra del settore Emergenza Sisma e Ricostruzione del Comune dell’Aquila – Antonio Leoncini – attraverso regali vari quali una vacanza a Tenerife dal costo di 6mila euro, una Mercedes GLK e una Mini Cooper sempre a sua disposizione, per favorirlo nella esecuzione di opere provvisionali di messa in sicurezza di alcuni edifici danneggiati nella frazione di Coppito. L’atto di chiusura delle indagine avrebbe fatto emergere reati come turbativa d’asta e falso per generare favoritismi nell’affidamento dei lavori di ricostruzione verso imprese vicine all’imprenditore Leoncini. Coinvolti nella stessa inchiesta vi sarebbero anche il dirigente comunale Mario Di Gregorio che in concorso con Leoncini avrebbe favorito l’imprenditore edile Luigi Finazzi con la nomina di sette incarichi da coordinatore per la sicurezza dei cantieri di demolizione. Accusati nel medesimo ambito per turbativa d’asta anche personaggi quali Giuseppe Galassi, Luigi Palmerini e Nello Battoccollo; ma anche funzionari come Luigi Pelliccione e Carlo Cafaggi e ancora coinvolti nell’inchiesta pure Carmine D’Alessandro, Danilo Taddei, Ezio Gizzi, Corrado Nurzia, Mario Biondi, Giovanni Marzi Elisabetta Leonero, Luigi Caprara, Antonietta Micolucci e Geremia Di Donato. Una lunga lista dunque di presunti corrotti e corruttori.

E infine l’ultimo caso di corruzione in ordine di tempo che riguarderebbe uno scandalo di soldi in cambio di favori a una ditta di traslochi, attrice principale di questa vicenda una funzionaria del Comune dell’Aquila – Patrizia Del Principe – nonché ex direttrice del CSA (Centro Servizio Anziani) e dell’ex ONPI (Opera Nazionale Pensionati Italiani) attualmente coordinatrice di quest’ultima struttura. Nei suoi confronti è stata emessa una misura cautelare interdittiva con sospensione dal pubblico ufficio ma le indagini sarebbero ancora in corso. La dirigente è indagata per aver favorito una ditta di facchinaggio – Logistica & Servizi – estorcendo all’imprenditore a capo della ditta Bruno Galgani, in un primo momento la somma di 1000 euro e facendosi promettere da quest’ultimo di consegnarle altri 100mila o anche 200mila a breve termine con il ricatto di interrompere ogni tipo di rapporto fra la struttura e la sua ditta di facchinaggio nel caso non si fosse dimostrato compiacente al giogo corruttivo. Alla luce di quanto emerge dai fatti succitati è evidente che queste situazioni ormai vanno bel al di là di scandalucci di una normale provincia montana italiana come è L’Aquila, appare chiaro agli occhi di tutti che oltre a una emergenza legalità nel capoluogo abruzzese, vi è anche una propensione alla corruzione e alla connivenza col malaffare che ha superato ogni fantasiosa previsione. Le misure preventive messe in atto dal Comune dell’Aquila si sono dimostrate praticamente inique e c’è urgenza immediata di agire affinché tali scandali inaccettabili per una città civile, abbiano fine una volta per tutte. La popolazione aquilana già provata da terremoto e disgrazie relative vuole una città pulita dalla malavita e dalle mafie nonché immune da qualsiasi forma di clientelismo, favoritismo e corruzione. Solo così L’Aquila potrà finalmente risorgere e ricominciare a volare.

Movimento 5 Stelle – Meet Up – L’Aquila

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