“Se un provvedimento è stato preso lo si è fatto per una serie di ragioni: perché c’è necessità di rispondere all’esigenza di rendere i complessi antisismici vivibili e fruibili e non trasformarli in ghetti come volevano il Pd e le sinistre – spiega Malafoglia –.
Peraltro sono quotidiane le segnalazioni di residenti che esprimono un reale malessere nel vedere alloggi occupati da persone, straniere e non, che dichiarano di vivere in stato di indigenza ma che, in realtà, hanno condizioni di vita che permetterebbero di individuare altre soluzioni abitative”.
“Pensare di assegnare un punteggio più alto nelle graduatorie a chi risiede da anni nel capoluogo agevolerà le famiglie di italiani che hanno deciso di rimanere dopo il 6 aprile 2009 ma anche quei nuclei di persone di nazionalità straniera che vivono da tempo in città, sono perfettamente integrati e sono parte attiva nella società aquilana” aggiunge il coordinatore Malafoglia.
“Siamo stanchi di ricevere lamentele di donne e uomini che ogni anno presentano domanda per gli alloggi e sistematicamente vengono scavalcati da chi non ha legami con il territorio – conclude l’esponente di Fdi-An – .
La nostra politica è sempre stata chiara: ‘prima gli aquilani’ non può essere solo uno slogan, ma un sistema di politiche e azioni per tutelare tutti coloro che vivevano in città prima del sisma e hanno scommesso sul futuro di questa città”.
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