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L’Aquila: per le vie della città il giorno di Sant’Agnese e di Sant’Antonio

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L’AQUILA – E’ una giornata particolarmente fredda quella di domenica 17 gennaio, a L’Aquila. Per giunta il vento fa gracchiare le gru che da un paio di anni fanno compagnia alla città. Una brezza muove i teli che coprono le facciate dei fabbricati in ricostruzione e scuote i panni sgualciti che pendono dalle finestre socchiuse delle case abbandonate. Ogni tanto il cielo si adombra e lascia cadere un debole nevischio che si alterna a soffuse schiarite. E’ un gioco di colori che rende tenue l’atmosfera e dona alla città l’aspetto di un dipinto di ottocentesca memoria.

Salendo per via XX Settembre, dalle parti del Ponte di Sant’Apollonia, ci si accorge che le strade di Quarto San Giovanni, nel tratto in cui insisteva l’antico “locale” di Roio, sono inibite al transito per via delle transenne che delimitano i cantieri in corso. Un piacevole fastidio che invita ad allungare di qualche centinaio di metri la strada per raggiungere la piazza del Mercato. Proprio lì si sta svolgendo, per la prima volta dopo anni, la tradizionale benedizione degli animali: tipica usanza del giorno di San’Antonio abate.

In verità è un’occasione per veder sfilare qualche decina di cavalieri accompagnati da un gruppo di giovani sbandieratori e un paio di carrozze trainate da aitanti quadrupedi. Lungo il Corso è una giocoliera mascherata che richiama l’attenzione dei passanti. L’aria punge. E dunque è impossibile non fare una capatina al bar: giusto il tempo per sorseggiare un buono e “caro” caffè. Il pomeriggio è la festa Sant’Agnese che prende in mano la situazione e accompagna i cittadini nel pianeta della Maldicenza.

Nel Ridotto del Teatro comunale, stracolmo di gente, si stanno recitando le poesie e i componimenti delle varie congreghe che hanno come tema comune lo sfottò della classe politica e le debolezze della società. Al lavoro migliore verrà assegnato, poi, dal Sindaco l’Agnesino 2016. In attesa che venga ristrutturato palazzo Margherita, il finale della festa si tiene nella piazza di San Bernardino, proprio all’imbocco dei portici, accanto a un piccolo fuoco acceso, dove un gruppo alpini della sezione ANA “M. Iacobucci” e le Devote di Sant’Agnese attendono i convenuti per un caldo bicchiere di vin brulé, piccoli assaggi di carne e prodotti culinari.

E’ sera. Si accendono i lampioni e nel “Centro” torna il silenzio. Attraversando piazza Palazzo, è inevitabile non accorgersi che lo spazio posto a fianco e alle spalle della statua di Sallustio è gremito di bottiglie e di “avanzi” vari. Evidentemente, qui, la buona educazione non è di casa. Basta poco: qualche raccoglitore in più e un po’ di accortezza per chi consuma bevande e alimenti. Più giù, la centralissima via Cascina è attraversata da un costante flusso di macchine che scendono giù per il “Vicolaccio” e guadagnano via XX Settembre. Il cerchio si chiude, e la quiete torna a far compagnia alla città.

(a cura di Fulgenzio Ciccozzi)

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