La vicenda della mancanza del numero legale su questioni decisive, come il riordino delle Province, o il destino delle Istituzioni Culturali, tra cui la sopravvivenza dell’ISA, rappresenta il punto più basso cui può giungere il vecchio modo di far politica e che a me ricorda tanto, ahimè per motivi anagrafici, gli anni dei pentapartiti della prima Repubblica.
Che cos’è successo? Tre esponenti della maggioranza, andando sull’Aventino, hanno affossato leggi decisive lasciando chiaramente, spazio alle posizioni nettamente contrarie ed ostruzionistiche del centro destra.
Ho già detto quello che penso tre giorni fa ed è quello che Luciano D’Alfonso, che ritengo vittima di questi ricatti, dovrebbe fare se messo alle strette.
Su questa vicenda si sono infuriati come “sorcini” gli esponenti del centro destra aquilano, con dei commenti ai quali non vorrei rispondere, per decoro personale, ma che invece voglio commentare, per condividere delle riflessioni con i cittadini.
Il centro destra in Regione, i vari Sospiri, Febbo e compagni, hanno una posizione nettamente anti aquilana, per due motivi: il primo, ed è un elemento che mi preoccupa molto, è rappresentato dall’assoluta inconsistenza e mancanza di credibilità degli esponenti del centro destra aquilano, ormai isolato da qualsiasi riferimento regionale, capace tutt’al più, di andare a chiedere qualche benefit personale, direttamente a D’Alfonso o a Lolli.
Il secondo è che, chiaramente, in vista del rinnovo del Consiglio comunale dell’Aquila, cercano di alimentare un rancore campanilistico contro D’Alfonso e la Giunta Regionale.
Questo è, semplificato , ciò che sta accadendo.
Chiaramente, i tre aventiniani, forti di questo quadro, sono nelle condizioni di mettere in serie difficoltà la maggioranza. La riprova di ciò che dico, sono le dichiarazioni di ieri, rilasciate in conferenza stampa dai nostri “piccoli” esponenti politici del centro destra, De Matteis, Imprudente, Liris, Colonna e D’Eramo.
Costoro, non dicono che chi ha fatto ostruzionismo contro L’Aquila, stante le assenze delle tre Aventiniani della maggioranza, è stato proprio il centro destra regionale.
In altre parole, chi in effetti ha bloccato le Province, l’ISA e quant’altro, è stata l’opposizione nel fare il suo gioco.
D’Alfonso e la sua Giunta, quindi, non ce l’hanno con L’Aquila, essendo di fatto imponenti, per mancanza di tre esponenti della maggioranza, a fronteggiare le posizioni anti aquilane del centro destra. Il tutto in quel clima vergognoso di tutela dei campanili che è l’unica politica che sto vedendo fare in Consiglio regionale.
Voglio, allora, “svelare” ai cittadini ciò che dovrebbero fare gli amministratori ed i politici che hanno interesse a risolvere i problemi anche chi è all’opposizione rispetto al Governo di turno: dovrebbero solo intervenire sugli esponenti della propria parte politica, facendo in modo che un atto passi con una “comprensione o condivisione” dell’opposizione.
Racconto sempre che nei difficilissimi anni del post sisma, due persone a Roma sono state mio costante riferimento, quasi quotidiano, Gianni Letta e Pierluigi Bersani, al punto che per alcune questioni particolarmente delicate sono riuscito spesso a farli mettere direttamente in contatto tra loro.
Questo, sia quando ha governato Berlusconi, sia quanto ha governato Monti, sia quando ha governato Enrico Letta.
E non si pensi che oggi, con il Governo Renzi, questo lavoro di “accompagnare”, come fossero figli, gli atti decisivi, sia cessato, cercando sempre di concretizzare di volta in volta su singoli atti, il maggior consenso parlamentare possibile.
Quando c’era il governo regionale di Chiodi, su molte vicende, io, e non solo io, intervenivo costantemente sugli esponenti regionali del PD, affinché, come si dice in gergo, potessero “fare sponda” su determinati provvedimenti. E’ così’ che si lavora.
Mi verrebbe da chiedere a De Matteis e agli altri, se hanno fatto almeno una telefonata agli esponenti del centro destra regionale per tutelare l’ISA, le altre istituzioni culturali, la stessa Perdonanza.
Non l’hanno fatto, visto l’accanimento anti aquilano che anima Febbo , Sospiri e company.
Ma se dovessero averlo fatto, cosa della quale dubito, poiché per l’opposizione in Consiglio Comunale vige la regola del “tanto peggio tanto meglio”, evidentemente nessuno se li è filati, non contando nulla in Abruzzo.
Ed è altrettanto evidente, che la loro assoluta ininfluenza non ha prodotto e non produrrà mai alcun effetto.
Nel leggere, oggi, le dichiarazioni del nostro “centrodestra dei poveri”, mi è venuta in mente una storia: a me capita sempre di leggere i fatti alla luce di parabole, favole, aneddoti, leggende che mi hanno colpito profondamente da piccolo, di fatto educandomi.
Questa mattina, mentre leggevo il resoconto della conferenza stampa di ieri, mi è tornato, quindi, in mente il racconto di due madri che si contendevano un bambino al cospetto di Re Salomone. Chi era la vera madre?
Per capirlo, Re Salomone, ordinò di spaccare a metà il bambino dandone un pezzo a ciascuno alle due donne.
La vera madre, immediatamente, rinunciò alla disputa dicendo che avrebbe ceduto purché il bimbo fosse salvo. Re Salomone capì chi aveva dato alla luce quella creatura e punì severamente l’altra donna.
Lascio questa storia come piccola riflessione politica su chi ama veramente questa Regione e questo comprensorio in modo assoluto e chi, invece, lo sta usando.
Piccola riflessione che mi piacerebbe venisse fatta in questo Ferragosto 2015. Ferragosto per il quale formulo a tutti, i miei più cari e sinceri auguri.
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