L’AQUILA – Oggi, domenica 17 lu
Il repertorio abbraccia gli autori più significativi del periodo barocco italiano, quello da cui hanno tratto ispirazione i più illustri compositori europei del periodo . Non sarà tuttavia solo un omaggio al barocco e un’esegesi storico musicale, ma anche l’occasione per porre nel giusto rilievo le qualità virtuosistiche e interpretative dei singoli elementi del Complesso, che si alterneranno in ruoli solistici.
Ad affiancare i musicisti saranno Giulio Votta e Gemma Maria La Cecilia – attori del Shasha Teatro, laboratorio permanente di formazione teatrale – che leggeranno brani tratti dalle opere di Erasmo da Rotterdam, Giambattista Marino, Francesco Redi, Calderon de la Barca, interpreti del complesso spirito del diciassettesimo secolo.
In questo concerto le figure di Corelli, Vivaldi e Geminiani si riuniscono in un mosaico musicale che prende forma nel suono espressivo e sensuale del violino, strumento che nei loro lavori hanno esaltato e che ha saputo incarnare le caratteristiche di uno stile che ancora oggi non vede tramontare il suo richiamo negli amanti della musica. Nei brani proposti sarà possibile ascoltare con chiarezza la forte stabilità tonale consolidata nel tardo Barocco, capace di sorreggere un ritrovato contrappunto, l’ampiezza delle forme, le variazioni e il tripudio degli abbellimenti. La cantabilità del violino supera in espressività la voce dei famosi cantanti dell’epoca e la sua vocazione al virtuosismo richiama le ardite vette dell’architettura del ‘600.
La serata si apre con il Concerto grosso in re maggiore op. 6 n. 4 per archi e basso continuo di Corelli, violinista celeberrimo, concertatore, abile inventore di melodie strumentali, solistiche o d’insieme. Ebbe celebri discepoli e continuatori del suo modello, come Geminiani e Locatelli. E anche l’ammirazione di artisti come Veracini, Tartini, Bach, o il grande Händel. A seguire il Concerto in la minore op. 3 n. 8 per due violini, archi e b. c. di Vivaldi che fa parte dell’estro armonico. L’opera, pubblicata nel 1711, ottenne grande successo e fece conoscere il prete rosso oltre i confini della Serenissima Repubblica. La sua struttura stilistica racchiude il concerto solistico e il concerto da camera. Il contrasto tra tutti e solo è netto, così come sono molti chiari i confini tra ritornello e sezioni solistiche. Queste ultime danno spazio al vituosismo solistico affidato, per entrambi i pezzi, a Federico Cardilli e Leonardo Spinedi.
Ancora Vivaldi con il Concerto in re maggiore op. 3 n. 1 per 4 violini, archi e b. Solisti Federico Cardilli, Leonardo Spinedi, Eleonora Minerva, Vanessa Di Cintio. La serata si chiude sulle note di Geminiani – Concerto grosso n. 12 in re minore “La follia” – che coltivò con passione l’arte del concerto grosso, trascrivendo per questa compagine orchestrale sia sonate di sua composizione, sia due intere raccolte di Arcangelo Corelli. In particolare, rielaborò in dodici concerti grossi quelle dell’op. 5 che si concludono con 24 variazioni sul tema della Follia, celebre danza cinquecentesca di origine portoghese il cui andamento fascinoso sedusse una quantità di compositori. Solista per questo brano Daniele Orlando.
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