Continuano la parata di chef e i laboratori del gusto con i prodotti tipici del territorio
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Con Oliando Pe e Oliando Te gli oli di oliva extra vergine abruzzesi saranno dotati di una scheda i cui dettagli sono stati rilevati dal COTIR di Chieti che ha utilizzato un sistema complesso di fattori per caratterizzare l’origine del pregiato prodotto proveniente dai territori delle province di Teramo e Pescara.
“Gli oli sono tra loro diversi – ha sottolineato Massimiliano Volpone, della Coldiretti – Ognuno è frutto della terra di provenienza e della lavorazione a cui è sottoposto. La tracciabilità garantisce chiarezza ed è un vantaggio per il produttore. Coldiretti e Unaprol stanno lavorando insieme in questa direzione”.
Con Oliando Pe e Oliando Te il legame tra il prodotto e il territorio è definito utilizzando la tecnica dei GIS (Sistemi Informativi Geografici) e dell’NMR (Risonanza Magnetica Nucleare). I GIS consentono di descrivere, organizzare, elaborare e rappresentare i dati territoriali relativi all’ambiente pedoclimatico e colturale. L’NMR consente di procedere alla caratterizzazione geografica individuando le componenti chimiche dell’olio che lo contraddistinguono rispetto ai tanti altri oli di qualità. La sintesi di tale ricerca è un risultato che permette di ottenere una caratterizzazione geografica dell’olio di oliva e un percorso di tracciabilità per risalire dall’olio all’ambiente di produzione.
Dai dati dell’osservatorio economico di Unaprol, cui le due società cooperative Aprol Abruzzo e Plenilia aderiscono, risulta che l’olivicoltura è la seconda coltura arborea dopo la vite. Il patrimonio olivicolo abruzzese è stimato in 9 milioni di piante su circa 46.000, che rappresentano il 50% della sola superficie agricola utilizzata (SAU) arborea. Le aziende che coltivano olivo sono oltre 60.000, delle quali soltanto un quarto sono a indirizzo prevalente e il 75% ha superficie inferiore a due ettari.
“Di fronte ad un mercato che ancora oggi non aiuta il consumatore a distinguere sullo scaffale il prodotto di una qualità diversa che premia l’origine dei territori – ha precisato Gianfranco D’Addario della Cooperativa Plenilia – i risultati dei due progetti contribuiranno a formare la carta d’identità degli oli extra vergine di oliva abruzzesi”.
“In questo modo, come per il vino, offriamo al mercato italiano e mondiale un olio extra vergine di qualità superiore con caratteristiche qualitative riconosciute e certificate da esportare in tutto il mondo” ha aggiunto Flaviano Di Giovanpietro, presidente di Aprol Abruzzo.
Ma Tipici dei Parchi è anche scambio, contaminazione, esaltazione della biodiversità e soprattutto sorpresa. Parallelamente alla presentazione della carta d’identità degli oli, Carlo Cambi si è dilettato in una lezione dedicata allo zafferano, con una verticale di piatti preparati con il pregiato prodotto locale, da difendere dalle riproduzioni non autentiche che attirano con l’esca del basso prezzo e che “di zafferanno hanno ben poco”, ha spiegato Cambi, “mentre il vero zafferano è quello della Piana di Navelli e dell’Aquila”. L’evento è stato organizzato dalla Camera di Commercio dell’Aquila e ha visto la collaborazione attiva degli studenti dell’Alberghiero del capoluogo regionale. Il Coordinamento dei Parchi abruzzesi, invece, ha tenuto una lezione sugli antichi mestieri d’Abruzzo, quelli dei norcini e dei casari, e sulle loro produzioni artigianali. Ed è stata anche la volta dello chef stellato Michele Biagiola che ha deliziato, affiancato da Carlo Cambi, curiosi e appassionati con la sua cucina a base di erbe spontanee dei Monti Sibillini che ricadono nel Parco nazionale omonimo a cavallo tra le regioni di Marche e Umbria. I Monti Sibillini sono anche stati protagonisti, nel pomeriggio, di un delizioso appuntamento nell’area show cooking con un altro chef stellato, Enrico Mazzaroni, del ristorante “Il tiglio” (Montemonaco, in provincia di Ascoli Piceno), che ha dato spazio alla cucina con le patate dei Monti Sibillini.
“I Monti Sibillini sono caratterizzati da una forte biodiversità – ha spiegato Cambi – hanno il 25% della biodiversità d’Italia. In poche parole, un quarto della biodiversità italiana sta lì dentro. Non solo: in una striscia di montagna di circa 20 chilometri c’è un ottavo di tutta la biodiversità europea, un patrimonio straordinario di ingredienti a cui attingere per la nostra cucina. Per esempio c’è lo spinacio selvatico, il tarassaco,il crescione d’acqua, la senape selvatica, il “caccia lepre”, i germogli di more: tutte erbe che, se utilizzate, porterebbero a dimezzare l’uso di sale e olio e a riscoprire la cucina di stagione e il rapporto con la natura. Quasi tutte le patate rosse, poi, vengono da queste montagne, una zona a forte densità calcarea, che arricchisce questo tubero. Si tratta di una patata ricca non solo di amido, ma anche di carotene, che insieme al calcare le conferiscono una consistenza ‘forte’ rendendola adatta alla cucina: per esempio per essere cotta arrosto, oppure per fare lo gnocco, perché non si sfalda. Ecco, il merito di Michele Biagiola ed Enrico Mazzaroni è di avere riscoperto la cucina delle antiche massaie della mezzadria dei Monti Sibillini, dando luogo al concetto del ‘vegetariano mediterraneo’”.
Oggi sarà una giornata importante per Tipici dei Parchi. Alle 11 sarà firmato il protocollo d’intesa tra Codice Italia e Tipici dei Parchi che prevede l’utilizzo dei prodotti tipici locali nelle cucine dei ristoranti allestiti all’interno dell’Expo a Milano.
Alla firma del protocollo seguirà l’incontro sul tema “APE – Appennino Parco d’Europa”. All’evento prenderanno parte, tra gli altri, anche Fabio Renzi, segretario generale di Symbola e coordinatore del progetto EXPO-APE, Giampiero Marchesi, coordinatore della struttura di missione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e il vicepresidente della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli, mentre il pomeriggio saranno presentati i nuovi presidi abruzzesi a cura di Slow Food Abruzzo e Molise. Si avvicendano ancora “stelle” in cucina: domani toccherà allo show cooking di Arcangelo Tinari, chef stellato di Villa Maiella di Guardiagrele (Ch).
Si ricorda che il Salone è aperto sabato e domenica dalle 10 del mattino alle 22 e che l’ingresso è gratuito.
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