L’AQUILA – Il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente ieri nel corso di una conferenza stampa, che si è tenuta per fare chiarezza sul discusso progetto di Piazza Duomo, ha detto che o non si sa cosa sia un project financing, con la relativa normativa, oppure si sta facendo di tutto per strumentalizzare le sue parole.
“ Il 15 gennaio – ha dichiarato il Sindaco – invitai la stampa per presentare il project financing di Piazza Duomo, esclusivamente perché questa Città venisse resa edotta di un progetto che ci è stato presentato e che, secondo il dlg. 163/2006 ed il 152/2008, l’amministrazione deve valutare instaurando un procedimento atto a verificare l’interesse pubblico dell’opera.
Ho fatto una campagna elettorale fondata sulla trasparenza e sulla partecipazione – ha continuato Cialente – e la Città deve essere la prima a sapere che mi è pervenuto un progetto che, per legge, dobbiamo comunque valutare. Sono infastidito ed arrabbiato perché sia SEL che Appello per L’Aquila affermano che si tratta di una proposta di questa amministrazione comunale e di un metodo pittoresco, adottato dal Sindaco per renderlo pubblico .
Mi sembra evidente che in questa Città, tutti si riempiano la bocca con i concetti della trasparenza e della partecipazione e che quando si presenta l’occasione di rendere la Città partecipe, emerga il ritardo culturale o la non volontà a partecipare o, peggio, la politica si chiuda a riccio per evitare che la Città partecipi delle scelte. Pensate a come sia stato affrontato il discorso degli scrutatori, il più grande autogol che la politica cittadina abbia mai fatto.
La verità – ha concluso Cialente – è che da fastidio che il sindaco abbia voluto coinvolgere in primis la Città. Questo è il primo vero project financing del dopo terremoto che ci viene presentato, un progetto che per legge prevede che chiunque venga a proporci un project financing, l’amministrazione, ripeto per legge, ha 150 giorni per dire se il progetto sia di interesse pubblico o meno.
Pertanto, come da legge, è già stata istituita una commissione tecnica, e non politica, deputata ad avviare un confronto con i progettisti. Poi verrà nominato un RUP e conseguentemente verrà convocata una pre- conferenza di servizi per capire se la Sovrintendenza Regionale approverà o meno il progetto. Un progetto che io ancora non conosco, che nessuno ancora ha mai visto, eccetto la commissione di tecnici che ha già sollevato alcuni dubbi su alcuni aspetti, che condividerà in un confronto con i progettisti. Parlare, quindi, di procedimento pittoresco o di proposta dell’amministrazione è una scorrettezza dettata dalla ignoranza o dalla cattiva fede. Resta il fatto che abbiamo un centro storico di 400 ettari e, se crediamo di pedonalizzare, bisogna capire dove i residenti dovranno lasciare le auto. Anche questo sarà un dibattito da avviare, indipendentemente da ciò che si deciderà per questo project financing.”
Le ipotesi, pertanto restano due: qualora la Sovrintendenza dovesse accettare il progetto, lo stesso verrebbe portato in Consiglio Comunale, preceduto in caso anche da un referendum. Qualora, invece, il progetto non venisse approvato dalla Sovrintendenza, passerebbe in Consiglio solo come presa d’atto di un no e, a questo punto, verrebbe meno anche la necessità del referendum.
“Ricordiamoci della metropolitana – ha commentato il Sindaco – se l’amministrazione Tempesta avesse affrontato il progetto come stiamo facendo noi adesso, avrebbero saputo subito che la metropolitana non sarebbe potuta passare per via Roma perché la Sovrintendenza avrebbe immediatamente dato parere negativo. A quel punto non si sarebbe avviata un’opera faraonica che si sarebbe rivelata, come poi accaduto, priva di futuro.”
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