A Borgo Case Troiano si è ripetuta la tradizione dei riti legati alla Festa del Santo protettore della gola
SPOLTORE (PE) – La consegna dei classici Taralli all’anice devozionali e, per ciascuna famiglia, una candela benedetta nel giorno della Candelora per invocare la protezione del Santo e la tutela della gola.
E’ stata rispettata anche quest’anno la tradizione dei riti legati alla Festa di San Biagio attraverso le iniziative promosse dall’Associazione Fontevecchia presso il Borgo Case Troiano, con la distribuzione dei ‘tesori’ di San Biagio ai visitatori presso l’altare della chiesa della Santissima Trinità e poi la consegna alle case del Borgo.
“I riti di San Biagio cadono nel pieno dell’inverno e quindi, come vuole la tradizione, prevedono dei momenti di grande intimità, raccoglimento e di sostanziale semplicità, riti che anticamente le famiglie ripetevano all’interno del proprio Borgo, a sottolineare lo spirito di comunità – ha ricordato il Presidente dell’Associazione Fontevecchia Luciano Troiano -, e noi, in qualche modo, abbiamo inteso ripercorrere quelle orme, restituendo la sua dimensione a una celebrazione spesso dimenticata e che invece è molto importante. Infatti il culto di San Biagio è fortemente sentito in Abruzzo, tanto che è il patrono di Alanno, Bussi e Castiglione a Casauria, solo nella provincia di Pescara.
Senza dimenticare che a Penne è venerato il cranio del santo, nel duomo di San Flaviano a Giulianova è conservato il braccio di San Biagio, racchiuso in un reliquario d’argento realizzato a forma di braccio benedicente e con una palma tra le dita, simbolo del martirio del 1394. E la tradizione della festa è diffusa anche a Taranta Peligna, dove si preparano le ‘panicelle’, ossia i pani a forma di mano che vengono distribuiti tra i cittadini, e, infine, a Lettomanoppello.
Anche Fontevecchia ha sempre onorato la ricorrenza del Santo protettore della gola, rispettando un rito semplice, ma ben radicato per la festa, denominata ‘Biasciora’.
Durante la giornata è stato allestito, dentro la chiesa della Santissima Trinità, un altare con i classici taralli benedetti. Accanto al cesto devozionale sono state posizionate le candele bianche, anch’esse benedette il giorno prima, ossia per la Candelora del 2 febbraio, festa popolare della Purificazione della Beata Vergine Maria. Solitamente i ceri vengono utilizzati il 2 febbraio nella processione che precede la Messa, dove la candela è il simbolo di Cristo ‘luce per illuminare le genti’. Nel giorno di San Biagio le stesse candele vengono utilizzate per il rito della benedizione della gola.
Ieri a tutti i visitatori che hanno accolto il nostro invito e che sono venuti nel Borgo, abbiamo consegnato un Tarallo, con la candela benedetta che ciascuno ha portato nella propria casa e dove le candele, come detta la tradizione, vengono conservate e accese per invocare la protezione divina durante i temporali, le grandinate e altri eventi a tutela di chi potrebbe trovarsi in condizioni di pericolo. Come sempre obiettivo dell’Associazione Fontevecchia è quello di ricercare e riportare alla luce antichi usi e costumi, tradizioni talvolta smarrite e che invece avevano un grande significato, rituale oltre che religioso, per i nostri nonni”.