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Lavori sugli scarichi reflui in via Gran Sasso: sopralluogo Commissione

da Redazione

commissione sopralluogo anti allagamento

PESCARA – “Abbassamento di 50 centimetri della soglia dello sfioro dell’impianto di sollevamento e raddoppio del diametro della condotta per agevolare il transito dei reflui ed evitare l’effetto del rigurgito in strada per un troppo pieno. Sono i lavori eseguiti dall’Aca in via Gran Sasso, a Pescara, per cercare di affrontare il problema degli allagamenti in occasione degli acquazzoni. Ovviamente si tratta di un primo step, un intervento semplice eseguito lo scorso febbraio in seguito al primo sopralluogo della Commissione Ambiente sul posto, e senza grandi costi, la cui effettiva funzionalità andrà però sperimentata e verificata al primo nubifragio per accertare la sua tenuta in termini di contenimento delle acque. In caso negativo, ovviamente l’Aca procederà con un’opera molto più invasiva, ovvero la realizzazione di una nuova condotta lunga 150 metri che, intercettando tutti i pluviali dei palazzi di via Gran Sasso, colleghi tutte le linee allo scarico delle Ferrovie, del diametro di 3 metri, per spingere le acque verso il sollevamento, come concordato con i residenti”. Lo ha detto il Presidente della Commissione Ambiente Ivo Petrelli al termine del nuovo sopralluogo della Commissione Ambiente in via Gran Sasso per parlare con una delegazione di residenti e di titolari di attività. Presente anche l’ingegner Lorenzo Livello per l’Aca.

“Come avevamo già verificato lo scorso febbraio, via Gran Sasso si presenta come una zona depressa, che si allaga a ogni pioggia, dunque non solo in occasione di nubifragi – ha spiegato il Presidente Petrelli, raccogliendo la segnalazione dei cittadini presenti -. Il 10 luglio 2019 poi, in occasione dell’ondata eccezionale di maltempo con grandine e pioggia, l’acqua mista a fango ha raggiunto i 70 centimetri di altezza, come testimoniano foto e video girati in quella giornata, invadendo case, garage, negozi, risalendo attraverso le condotte domiciliari fin nei piani superiori, un disastro che ha causato danni ingenti alle abitazioni e costretto molti negozi persino a chiudere i battenti, non potendo affrontare le spese di ripristino. Lo scorso febbraio abbiamo chiesto il supporto dell’Aca sul posto e subito è stato predisposto un primo intervento, ovvero l’Azienda acquedottistica ha verificato che l’asse viario di via Gran Sasso e lo sfioro erano quasi in quota, una condizione che non agevolava il libero deflusso dei liquami verso l’impianto di sollevamento, ma piuttosto rispingeva indietro le acque creando il rigurgito sulla strada.

A quel punto l’Aca è intervenuta subito abbassando di ben 50 centimetri la quota della soglia dello sfioro rispetto alla quota stradale e ha allargato la condotta dello stesso sfioro, rendendola più capiente, un intervento veloce che sicuramente non ha ripristinato la condizione precedente all’installazione della pompa di sollevamento, quando da via Gran Sasso c’era uno sfioro naturale al fiume, ma, a detta dei tecnici, ha comunque creato le condizioni per rendere sopportabili anche notevoli afflussi di acqua nel caso di nubifragi. Sino a oggi però – ha aggiunto il Presidente Petrelli – ancora non c’è stata una pioggia utile a testare il funzionamento dell’intervento, quindi la stessa Aca ha assicurato che al primo violento acquazzone effettuerà un sopralluogo in presa diretta con i tecnici per accertare se l’intervento eseguito sia o meno sufficiente per garantire un maggior scorrimento delle acque nella condotta ed evitare l’allagamento della strada, in abbinamento alla costante pulizia di tombini e caditoie da parte di Ambiente Spa. La stessa Aca, con l’ingegner Livello – ha proseguito il Presidente Petrelli – ha però assicurato che, semmai l’opera non dovesse rivelarsi risolutiva, si procederà con il Piano B, ovvero con la realizzazione di una nuova linea che corra lungo via Gran Sasso intercettando tutti i pluviali dei fabbricati, per poi superare un’officina meccanica esistente, scendere nel sottopasso e collegarsi alla tubazione dello scarico delle Ferrovie, che ha un diametro di 3 metri, quindi di grossa capienza, che arriva sino all’impianto di sollevamento”.

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