PREMESSA – Originariamente questo doveva essere un articolo sulle gesta dell’Adriatica Basket Pescara, una specie di excursus sulla sua nascita, le sue vittorie, insomma un articolo conoscitivo-celebrativo di questa società.
Avevamo deciso di contattare il Dottor Giuseppe Toletti, dirigente responsabile, nonché uno dei “padri fondatori” della società, al fine di spiegarci un pò la storia, l’organizzazione, la struttura, di quella che è senza alcun dubbio la squadra di basket femminile più vincente degli ultimi anni in Abruzzo.
Le sue parole però ci hanno guidato in una storia che non abbraccia solo le vicende dell’Adriatica, ma quelle del basket in generale, con le sue regole spesso assurde, e la vita stessa del nostro interlocutore.
Per questo motivo, si è deciso di far assumere al suddetto articolo un’impostazione diversa, facendolo diventare quasi un romanzo, e portandoci ad abbandonare la formula tipica dell’intervista, basata su domanda e risposta, per procedere quasi con una divisioni in capitoli, o a puntate se preferite, in modo da dare il più ampio ed esaustivo spazio ad una vicenda che merita di essere raccontata nella sua completezza.
DUE PAROLE, MOLTI VALORI … – Per mettere subito sull’attenti il lettore riguardo quello che lo attende continuando nella lettura credo sia opportuno partire da due parole che spiegano più di qualunque altro lo spirito della società: Unione e Imagine.
Il primo termine, come riportato sul sito dell’Adriatica, dà il senso di affiatamento che tutti, dalla dirigenza, ai genitori delle atlete, allo staff tecnico, passando per le stesse giocatrici, hanno verso la squadra, che non è solo una compagine di basket, ma una specie di grande famiglia allargata, con regole morali e valori sportivi che vengono prima del risultati del campo.
Imagine invece, è la canzone di John Lennon che viene sparata “a palla”, per usare un termine tanto caro ai giovani, non appena si apre la Home Page del sito dell’Adriatica. Se Lennon immaginava un mondo migliore dove “vivere una vita in pace”, l’Adriatica con i suoi valori immagina di poter esportare il suo basket fatto di vittorie e di gioia di giocare, nonché di far condividere al pubblico che assiste alle sue partite, uno sport, forse troppo sottovalutato e che a livello nazionale sta vivendo una crisi profonda.
Questa premessa è stata lunga, forse, ma certamente doverosa nel rispetto del lettore e di chi, l’Adriatica Basket nella persona del signor Toletti, ci ha aperto le porte del suo mondo.
UNA PARTITA E UN TUFFO NEL PASSATO – La nostra storia parte da una partita, quella tra Aurora Basket e Adriatica Basket, giocatasi sabato 9 gennaio 2010 al PalaElettra di Pescara. La gara termina con la vittoria dell’Aurora per 49-48, ma l’Adriatica esce comunque tra gli applausi del pubblico. Le due squadre, fino a quel momento appaiate in vetta alla classifica della Serie B2, danno vita a una partita ricca di emozioni non solo sportive. In campo ci sono modi diversi di intendere il basket ben rappresentati dall’età media dei due quintetti base: 34 quella dell’Aurora, 22 quella dell’Adriatica. La scelta di puntare su ragazze giovani è sempre stata una delle linee guida dei dirigenti del Francavilla prima e dell’Adriatica poi, anche quando, l’anno scorso la squadra si trovò a disputare il campionato di Serie B d’eccellenza. Le giovanissime “tigrotte” (nome di battaglia delle atlete dell’Adriatica scelto come omaggio ai pirati malesi di Salgari e rappresentato anche dallo stemma che campeggia sulle divise delle atlete), dunque, pur perdendo, hanno messo paura alle più esperte rivali e questa è stata la soddisfazione maggiore dei suoi dirigenti, dato che è stata l’ulteriore conferma della bontà del loro progetto.
Proprio dall’Aurora Basket è nato il percorso di successi dell’Adriatica. I suoi dirigenti infatti, facevano parte di quella squadra e proprio quando alcuni di loro decisero di abbandonarla, iniziarono, senza saperlo un percorso che si sarebbe rivelato complicato, ma ricco di soddisfazioni. Tre dirigenti e 5 ragazze: questo il manipolo che emigrò nell’ormai lontano 2003 dall’Aurora all’allora Francavilla ( la società antesignana dell’Adriatica) , squadra che aveva due compagini maschili di basket, ma nessuna femminile. I tre temerari dirigenti erano Marco Lepore, attuale Presidente dell’Adriatica, il vicepresidente Domenico Volpone e il dirigente Responsabile Giuseppe Toletti. La loro fu una scelta sicuramente rischiosa, un salto nel vuoto senza rete, però dopo 7 anni, si può senz’altro dire che la scommessa è stata vinta. Ma quali furono i motivi che spinsero questi tre uomini a dare vita ad una società di basket femminile “ex novo” con tutti i rischi che implicava questa scelta?