ORICOLA (AQ) – Ci siamo già occupati del caso di Oricola e del capannone di otre 10000 mq in cui sono presenti amianto ed altri rfiuti pericolosi. Dobbiamo però constatare che sebbene il problema riguardi la salute dei cittadini e dell’ambiente e richieda per questo una soluzione celere, nessun intervento di disinquinamento è stato ancora effettuato.
A ricordarci che dopo tanti anni la rimozione di materiali pericolosi e la bonifica del sito non sono state ancora effettuate è il prof. Virgilio Conti che con la sua nota cerca di mantenere desta l’attenzione sul caso:
Ci sono tutte le carte della vicenda del capannone di amianto, scritte a vario titolo nel corso degli anni, e tutte insieme costituiscono un faldone ormai cospicuo e polveroso più del sito dei veleni che denuncia, accusa, condanna …
Ci sono tutte le carte, giacciono lì, negli uffici che ricevono le segnalazioni e si rimpallano i doveri, nelle stanze dove si registra, si protocolla, si sentenzia … carte pesanti e ferme come e più della cadente struttura che pur qualche sussulto manifesta nel crollo e nella dispersione aerea dei suoi pezzi.
Ci sono tutte le carte ma nessuna di esse protegge la salute dei cittadini: si respira inalando le microfibre cancerogene dell’eternit che, corrotto dagli agenti atmosferici e veicolato dal vento, si diffonde allargando sempre più i confini dell’area contaminata.
Ci sono tutte le carte: esposti e denunce, ispezioni ed analisi, ordinanze e ingiunzioni, sequestri e processi… ma ad oggi e da decine d’anni l’amianto e tutti gli altri rifiuti pericolosi di questo orrendo relitto industriale contaminano l’aria, la terra, le acque ed ogni momento, di ogni giorno, incombono gravi, pericolosi, terribili, cancerogeni.
Ci sono tutte le carte, per dare finalmente concretezza alle disposizioni previste e per avviare a soluzione una vicenda gravissima e non più tollerabile di offesa alla salute e all’ambiente.
– Si tratta di un capannone, ex fornace Corvaia in località Golfarolo, Comune di Oricola (AQ). di oltre 10000 mq di estensione; la struttura, abbandonata, fatiscente e prossima al crollo, è caratterizzata da ingente presenza di amianto in matrice friabile ed altri rifiuti pericolosi; parziali cedimenti strutturali avvengono periodicamente con verosimile ulteriore liberazione di amianto aerodisperso; l’eventualità di un completo cedimento strutturale o di un incendio creerebbero un vero e proprio disastro ambientale per l’intera area della Piana del Cavaliere;
– ispezioni ed esami effettuati dalle competenti Agenzia per l’Ambiente e ASL ne hanno accertato e certificato il pericolo per la popolazione; le microfibre (cancerogene, come certificato da ASL di Avezzano-Sulmona) dell’amianto disgregato e corrotto dagli agenti atmosferici sono diffuse nell’aria e veicolate dal vento (anche a distanze notevoli, come certificato da ARTA)
– le sostanze inquinanti insistono su un terreno al di sotto del quale si trovano le falde acquifere di pescaggio dei pozzi e perciò la stessa acqua utilizzata dai residenti per uso domestico potrebbe rivelarsi contaminata
– il 30 Novembre 2006 il Comune di Oricola intima al proprietario del sito di provvedere alla messa in sicurezza dell’immobile e dei materiali pericolosi; l’ingiunzione rimane disattesa;
– con l’Ordinanza del 13 Settembre 2007 l’Amministrazione di Oricola ordina nuovamente alla proprietà di rimuovere i materiali contenenti amianto e di provvedere alla bonifica del territorio secondo le leggi vigenti;
– si registrano ed apprezzano intanto numerose esortazioni e moniti, per interventi di bonifica e messa in sicurezza, da parte di: Dipartimento della Protezione Civile di Roma, Prefettura dell’Aquila, Regione Abruzzo e Amministrazione Provinciale dell’Aquila;
– con l’Ordinanza del 13 Marzo 2008 l’Amministrazione di Oricola rinnova quanto previsto dalla precedente disposizione;
– le Ordinanze sindacali vengono trasmesse alla Procura della Repubblica di Avezzano per l’accertamento di eventuali responsabilità penali;
– il 26 Marzo 2008 la struttura dell’ex fornace e la relativa area di pertinenza sono poste sotto sequestro penale da parte di GdF e NOE su mandato del sostituto procuratore della Repubblica di Avezzano;
– constatata l’inottemperanza alle predette Ordinanze, l’Amministrazione Comunale, in presenza di accertati elementi di pericolosità, provvede, in via sostitutiva e d’urgenza, alla realizzazione di una recinzione in rete metallica dell’intera area;
– a seguito del decreto di citazione in giudizio del proprietario nel procedimento penale da parte della Procura della Repubblica, il Comune di Oricola si costituisce parte civile nel processo.
– lo stesso Comune dichiara che, nel caso fosse chiamato ad esercitare poteri sostitutivi in ordine a quanto disposto nelle citate Ordinanze, provvederebbe a destinare i necessari fondi alle opere di rimozione, smaltimento e bonifica secondo preventivi di spesa già acquisiti;
– il 31 Ottobre del 2008 si tiene, presso il Tribunale di Avezzano, la prima udienza;
– a settembre 2009 il Comune vince la causa, il processo si conclude con la condanna del proprietario del sito ad un anno e due mesi di reclusione, per inquinamento ambientale, al pagamento di settemila euro ed al risarcimento delle spese per la recinzione; al proprietario viene altresì intimato di bonificare l’area in parola che, intanto, è stata confiscata.
Ad oggi, di fatto, nulla è cambiato o avvenuto in termini di messa in sicurezza, rimozione dei materiali inquinanti, bonifica del territorio, ecc. ed è perciò sempre più urgente e indifferibile un intervento risolutivo, nel rispetto della sentenza emessa, delle Ordinanze Sindacali, delle leggi vigenti ed in particolare del Decreto Legislativo 152/2006 in materia di rifiuti pericolosi.
Detto intervento, raccomandato da ARTA e ASL, ordinato dal Comune di Oricola, sollecitato dalla Protezione Civile, dalla Regione Abruzzo, dalla Provincia e dalla Prefettura di L’Aquila, intimato dalla Magistratura, è quello di una corretta, integrale e definitiva rimozione delle sostanze pericolose e della bonifica del territorio.
Si fa perciò ancora e nuovamente appello a tutte le Istituzioni affinchè diano concretezza alle disposizioni previste nelle tante citate carte.