Accordo sugli aiuti ai paesi in via di sviluppo, ma non sulla riduzione delle emissioni di gas serra.
IL 19 Dicembre 2009, a Copenaghen, si è chiuso il vertice ONU sul clima, cominciato il 7 Dicembre scorso, con la firma di un documento di tre pagine. I punti salienti dell’accordo sono l’impegno a contenere di due gradi al massimo l’aumento del riscaldamento globale rispetto all’era pre-industriale e lo stanziamento di 30 miliardi di dollari dal 2010 al 2012 e di 100 miliardi entro il 2020, a favore dei paesi in via di sviluppo per dotarsi di tecnologie “pulite” e contenere gli effetti dei cambiamenti climatici.
In realtà quello stipulato, non sarebbe un vero accordo vincolante legalmente, ma solo un testo di cui è stata “presa nota”, in quanto non sono stati precisati i numeri sui gas serra e quindi sulla loro riduzione. Certamente si tratta di un passo indietro rispetto al protocollo di Kyoto, entrato in vigore il 16 Febbraio2005, che di numeri ne fissava e definiva obiettivi vincolanti per i paesi industrializzati di riduzione delle suddette emissioni per combattere contro i cambiamenti climatici. Un portavoce dell’UE, pur non essendo soddisfatto dell’intesa raggiunta a Copenaghen , ritiene che “un accordo è sempre meglio di nessun accordo”, mentre il presidente Barack Obama pensa che l’intesa non fa perdere le speranze per il futuro ma è “ un primo passo sulla cui base costruire ulteriori progressi”.
Le associazioni ambientaliste sono di parere opposto perché considerano il vertice un fallimento, dato che l’unica intesa raggiunta è quella di una nuova conferenza a Bonn entro 6 mesi ,per riprendere il discorso sulle emissioni ed impegnarsi più concretamente in vista della conferenza di Città del Messico di fine 2010. C’è solo da augurarsi che in futuro i potenti della terra facciano più fatti perché le parole dette sono tante, ma la sensazione è che alcuni paesi non hanno alcuna intenzione di accordarsi per frenare i cambiamenti climatici e gli effetti negativi che questi determinano.