Circa cento elementi tra quotidiani, riviste, lettere, cartoline, fotografie, cartine, gigantografie, medaglie e persino francobolli, rigorosamente d’epoca, provenienti dall’archivio privato di Maurizio Biondi fanno da cornice alla cronistoria di quegli anni, con l’intento di restituirne l’atmosfera e la giusta collocazione temporale.
Così Maurizio Biondi, curatore scientifico della mostra spiega le scelte che l’hanno portato alla realizzazione di questa mostra:
Desideravo rivisitare l’eredità politica dannunziana, che per decenni è stata considerata autoritaria e che invece considero libertaria. Non si spiegherebbe altrimenti il grande afflusso di giovani e di coppie che si registrò in quei mesi: la Carta del Carnaro, redatta insieme al secondo capo di gabinetto del governo dannunziano Alceste De Ambris, istituiva con sorprendente modernità il diritto alle libertà di stampa, di pensiero, di associazione, di riunione e religione, alla parità tra i sessi e al diritto di divorzio. Si creò una sorta di zona franca in cui erano permessi l’amore libero, il nudismo e l’uso di droghe. Per 16 mesi Gabriele d’Annunzio governò un popolo con il solo potere della parola, tenendo comizi ogni giorno: in questo e in altri aspetti fu emulato poi da Benito Mussolini, ma questo non lo accosta necessariamente al fascismo. Anzi, scontò questo atto rivoluzionario con 17 anni di silenzio politico, proprio per volontà del Duce.
Giampiero e Fabio Verna sottolineano il loro impegno per la promozione della cultura in città:
Con questa nuova iniziativa desideriamo confermare il nostro impegno nel contribuire alla diffusione della cultura nella nostra città. Per questa occasione abbiamo creato una piccola opera in argento su ametista che ritrae lo Sva 5 con cui d’Annunzio oltrepassò le Alpi nel suo volo su Vienna, e abbiamo realizzato in argento una medaglia con un altro motto coniato durante il governo di Fiume: “Cosa fatta capo ha”.
…Tutti i cittadini dello Stato d’ambedue i sessi sono e si sentono eguali davanti alla nuova legge (Carta del Carnaro, art. VI, 1 settembre 1920)…
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