CHIETI – Riceviamo e pubblichiamo la nota di Michele Di Leva, Responsabile LNDC Caccia e Fauna selvatica:
“La Lega Nazionale per la Difesa del Cane ha depositato un esposto presso la Procura della Repubblica di Chieti per richiedere accertamenti su una delibera emanata dalla Provincia che ha come oggetto un piano triennale di abbattimento di ben 1791 volpi.
Pare che tale delibera sia nata in quanto le zone menzionate nel provvedimento sono “riservate” al ripopolamento, per fini venatori, di fagiani e lepri. Le povere volpi, per ovvi motivi di sopravvivenza, sarebbero dunque “colpevoli” di depauperare queste riserve, sottraendo preziose prede ai cacciatori.
I dubbi che LNDC ha sottoposto alla magistratura sono svariati, in primis i criteri con i quali è stato effettuato il presunto censimento che ha portato a un così elevato numero di animali da uccidere e a quantificali in 1791 unità. Inoltre l’art. 19 comma 2 della legge 157/92 (legge nazionale sulla caccia) testualmente cita: ”tale controllo, esercitato selettivamente, viene praticato di norma mediante l’utilizzo di metodi ecologici su parere dell’Istituto nazionale per la fauna selvatica. Qualora l’Istituto verifichi l’inefficacia dei predetti metodi, le regioni possono autorizzare piani di abbattimento”.
Dalle dichiarazioni rilasciate da un’associazione ambientalista sembra che questa norma di legge sia stata violata, in quanto si sarebbe passati direttamente a dar voce alle doppiette. Inoltre nella delibera è menzionato un presunto parere favorevole dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) del quale si ignora il reale contenuto e sul quale perciò si chiede di far luce.
Già nel 2008 sempre l’ISPRA aveva espresso un parere sfavorevole a una delibera analoga della provincia chietina, giudicando i piani di abbattimento non soltanto uno spreco di denaro ma del tutto inutili. Ma non è tutto. Nel parere dell’ISPRA viene riportata la seguente dichiarazione: ”Non abbiamo notizie di metodi ecologici approntati dalla Provincia di Chieti.”
E ancora, sempre all’art. 19 comma 2 della legge nazionale sulla caccia, per gli eventuali abbattimento sono previste figure istituzionali quali guardie forestali e venatorie, in discrepanza con quanto scritto nella delibera provinciale che prevede invece la libera partecipazione dei cacciatori comuni.
In più sempre nella delibera viene citata l’istituzione di presunti metodi ecologici di prelievo delle volpi mediante gabbie. E’ lecito chiedersi, come vengano poi soppressi gli animali e pertanto si sollecita la procura a valutare se tali metodi potrebbero configurarsi in un maltrattamento gratuito e incontrollato.
Purtroppo ben sappiamo che le province generalmente sono sottoposte a pressioni non irrilevanti da parte di associazioni venatorie e zootecniche che puntano a esercitare la caccia oltre i suoi limiti temporali, usando espedienti per aggirare la normativa vigente come le lamentele per i danni subiti. Così volpi, cinghiali, caprioli, nutrie e daini, tutte prede molto appetibili dal punto di vista venatorio, involontariamente “provocano” in tutto il territorio nazionale una sfilza di delibere raffazzonate e caratterizzate da presunte urgenze, sovente anche da omissioni e elementi non veritieri.
Lega Nazionale per la Difesa del Cane auspica un interessamento proficuo da parte dell’Autorità Giudiziaria al fine di valutare contenuti equivoci e poco trasparenti che in provincia di Chieti si susseguono ormai indisturbati da tantissimi anni, delibera dopo delibera.”