PESCARA – Secondo il rapporto Ecomafia 2013 di Legambiente l’Abruzzo si sposta dal decimo al quattordicesimo posto della classifica nazionale dei reati ambientali.A fronte degli oltre 34mila scoperti in Italia, numero stabile da almeno due anni, i reati accertati nel 2012 in Abruzzo sono stati 822 a fronte dei 1054 del 2011 (-22%). Potrebbe essere una bella notizia per la nostra regione, ma purtroppo il rapporto ci rivela che negli ultimi due anni sono aumentati del 62% gli incendi dolosi, colposi e generici: se già nel 2011 erano 119 contro i 85 del 2010 (+40%), nel 2012 sono stati 138 (+15%).Il calo più evidente rispetto alla scorsa edizione del dossier, nonostante il numero sia spropositato per la Regione dei Parchi, è nei reati contro la fauna: 151 sono le infrazioni accertate nel 2012 a fronte delle 259 del 2011 (-42%).Un calo si riscontra nel settore del ciclo del cemento, con 165 reati contro i 253 del 2011 (-35%), ed uno più leggero è nel settore del ciclo dei rifiuti (203 infrazioni accertate contro le 233 del 2011). Sia nel ciclo del cemento sia in quello dei rifiuti, la metà dei reati accertati è localizzata nella provincia de L’Aquila. Pressoché stabile resta infine il settore del patrimonio artistico, con 30 furti nel 2011 (nel 2010 erano stati 29).«I segnali nell’insieme sono positivi e l’Abruzzo deve stringere sempre più un vero patto per l’ambiente e la legalità, al fine di contrastare l’unica economia che continua a proliferare anche in un contesto di crisi generale – dichiara Luzio Nelli, membro della segreteria regionale dell’associazione – La situazione nazionale impone l’adozione di un pacchetto di misure indispensabili per contrastare in maniera più efficace la minaccia rappresentata dai fenomeni di criminalità ambientale che avvelenano il nostro Paese e la nostra regione. La politica, in tal senso, ha il dovere di supportare gli sforzi e i successi delle forze dell’ordine e della magistratura, che troppo spesso appaiono all’opinione pubblica isolate nella lotta alla criminalità».
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