PESCARA – Si svolgerà venerdì 15 dicembre prossimo all’Auditorium Flaiano alle ore 21 lo spettacolo Les Fleurs du Mal (1857) Omaggio A C. Baudelaire (1821-1867) Per i 150 anni dalla morte.
Si tratta di uno spettacolo di teatro, musica e danza a cura di Luciano Paesani, patrocinato dall’assessorato alla Cultura del Comune. Oggi la presentazione dell’evento che vedrà anche l’allestimento di una mostra di opere del pittore Sandro Melarangelo ispirate ai versi di Baudelaire.
Lo spettacolo è a cura dell’Associazione culturale Non solo in frac presente ieri in conferenza con l’assessore Giovanni Di Iacovo, Roberta Giorgi dell’associazione promotrice e il regista Luciano Paesani.
“Poco si è parlato di Baudelaire come uno dei punti di riferimento della poesia mondiale – così l’assessore Giovanni Di Iacovo – ma anche come immaginario, figura, intensità dei temi trattati. Quest’anno grazie alla proposta di Paesani e Roberta Giorgi abbiamo un’iniziativa completa che lo ricorda a 160 dalla pubblicazione dei Fiori del Male, che hanno influito nella formazione di tante generazioni e nella cultura contemporanea. Tante cose troviamo ancora accese e troviamo in grado di fare germogliare nella vita di tante persone. Lo ricorderemo in modo completo perché oltre allo spettacolo che coniugherà teatro e musica, cercheremo di trasmetterne l’innovazione e la bellezza, tramite diversi linguaggi contemporanei e con una mostra di Sandro Melarangelo che sarà nel foyer del Flaiano. Il tutto per raccontare uno straordinario poeta, ma anche personaggio immerso nel suo tempo pieno di genialità e di emozioni assolute”.
“Ancora oggi Baudelaire è l’autore più amato e letto dai giovani, il ché significa che l’impatto della sua poesia continua ad essere forte – dice Roberta Giorgi dell’Associazione culturale “Non solo in frac” – Lo spettacolo è imperniato sulla traduzione dell’autore da parte di Romano Palatroni, intellettuale ascolano che si era dedicato da dilettante al teatro. A 31 anni egli andò in Libia, perché entrò nell’amministrazione dell’esercito e qui lo sorprese la guerra, fu prigioniero in Inghilterra e America e al ritorno in Italia si stabilì a Milano e lavorò nel mondo della cultura. Pubblicò alcune delle sue traduzioni in un’antologia, tradusse testi e cominciò a creare un cenacolo di amanti della poesia, era inserito nella vita culturale della città, ma dovette rinunciare, tornò nelle Marche, passo gli ultimi anni a Osimo con una sorella e facendo il ragioniere. L’anno dopo la sua morte, la Nuova Accademia ha pubblicato una traduzione di Baudelaire di sua mano che poi è stata interpretata dal grande attore Renzo Ricci e solo di recente, nel 2015, la Dakota Press ha ripubblicato le poesie e reso possibile lo spettacolo che si ispira alla traduzione di Palatroni e a questa ripubblicazione”.
“Avevo 16 anni quando ascoltai la registrazione di Ricci che declamava alcune poesie de Les Fleurs du Mal e rimasi scioccato dalla bellezza e dall’ironia che sprigionavano – conclude il regista Luciano Paesani – Tanto cmi incantò la traduzione che non conoscevo, che dopo tantissimi anni ne faccio uno spettacolo. Da allora si sono avvicendate tante traduzioni, ma nessuna raggiunse il livello di quella di Palatroni, perché lui amava tantissimo il teatro e ne aveva i tempi. E la sua traduzione sembrava scritta sulle assi del palcoscenico ed era impossibile che un grande attore non si sentisse a teatro nel pronunciare quelle parole. Noi le abbiamo riprese e abbiamo inserito altre poesie che assoceremo alla musica perché se ne possa vivere completamente l’effetto”.
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