Tre associazioni pescaresi unite per denunciare l’inadempienza della sentenza della Corte di Cassazione riguardo ai risarcimenti in caso di sinistro stradale
ABRUZZO- Durata solo pochi mesi la sentenza della Corte di Cassazione con la quale i giudici ermellini estendevano su tutto il territorio nazionale la validità delle tabelle di Milano sui risarcimenti da parte delle assicurazioni, del danno alla persona in caso di sinistro stradale, ponendo rimedio così a una ingiustizia tutta italiana durata più di vent’anni che portava a risarcimenti differenti per le stesse menomazioni subite a seguito di un incidente stradale a seconda che la causa si svolgesse dinanzi a un tribunale piuttosto che un altro. Allarmati da tale realtà le associazioni CODACONS Abruzzo, Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada di Pescara e Federconsumatori Abruzzo di Pescara emettono la seguente lettera aperta:
L’applicazione delle Tabelle di Milano comportavano e comportano per la vittima un risarcimento equo, oseremmo dire un giusto prezzo per il dolore, ammesso che il dolore possa avere un prezzo, proprio per lo sforzo che in questi anni ha contraddistinto i giudici milanesi nel tentativo di dare il giusto valore alla persona.
Con le Tabelle approvate nella riunione tenutasi appunto il 3 agosto scorso durante la quale il Governo ha approvato lo schema di DPR in esecuzione all’articolo 138 del Codice delle assicurazioni (D.Lgs. n. 209 del 2005), i risarcimenti a favore delle vittime della strada scenderanno, rispetto alle somme stabilite dalla Tabella di Milano, di netto a partire dal 40% / 50%, con la conseguenza che migliaia di persone che rimarranno sulla sedia a rotelle, perderanno i loro cari, e via dicendo nei prossimi anni vedranno sostanzialmente dimezzati il loro risarcimento. In altre parole se prima a seguito di un decesso i familiari avevano diritto, in base alla Tabelle di Milano a € 500.000,00 di risarcimento, adesso avranno diritto a € 250.000,00 – € 300.000,00, e via discorrendo nelle molteplicità e diversità dei casi.
E questo perché, secondo la risposta data al recente Question Time al Partito Democratico dal Ministero della salute proprio sull’argomento in oggetto, senza questa misura aumenterebbero le tariffe delle Assicurazioni in quanto (dato elargito anche con evidente nervosismo, come in una sorta di rimprovero agli italiani) “il numero degli incidenti stradali in Italia è aumentato negli ultimi anni del 21% rispetto ad una media europea del 10%”.
Insomma, parrebbe che sono gli italiani a decidere di essere travolti da un auto, per scelta; parrebbe che sia stata quella bambina di quattro anni, morta qualche giorno fa nel napoletano dopo essere stata investita da un’auto, a decidere quel giorno d “uccidersi”; parrebbe responsabilità di coloro che in un giorno di qualche anno fa, ancora impresso nella memoria di tutti, nel farsi travolgere da un camion “impazzito” che saltando la sua corsia di marcia e superando in volo un guardrail decisamente non all’altezza della situazione li travolse in pieno, provocando un incendio dalle proporzioni enormi e procurando in pratica un’ecatombe.
Forse in una situazione in cui il Paese è in pre-dissesto finanziario fare l’ennesimo regalo alle assicurazioni a danno dei più deboli e consentire loro di lucrare sulla sofferenza e sul dolore di milioni di vittime della strada non era sicuramente una priorità per la nazione. Il provvedimento una volta ricevuto l’ok dalla Corte dei Conti si applicherà anche ai giudizi pendenti, oltre che per il futuro; conoscendo bene quali sono i tempi del sistema giustizia in Italia (e tenendo conto di quel 21% di aumento degli incidenti) possiamo immaginare quanto sia altissimo il numero delle persone che saranno in pratica “travolte” una seconda volta da questa misura, oseremmo dire, “sciacalla”. Invece di trovare forme di prevenzione che ridurrebbero il numero delle vittime – ma anche l’entità delle spese correlate agli incidenti tra sistema sanitario, premi assicurativi, costi giudiziari e danni materiali – si evince che generalmente si sta affrontando la situazione in termini quasi punitivi (a vantaggio di altri), nulla proponendo a che si riduca quel dato inquietante dell’aumento degli incidenti risultante decisamente alto.
Le scriventi associazioni propongono di:
– Investire il ricavato delle contravvenzioni in sicurezza stradale
– Tracciare una mappa aggiornata delle “strade della morte” per studiare gli opportuni provvedimenti da mettere in atto per ridurne o azzerarne il rischio incidente
-Intervenire immediatamente sulle infrastrutture più critiche delle reti nazionali, regionali e locali dal punto di vista dei sinistri, per stilare una sequenza di interventi mirati
-Introdurre il reato di omicidio stradale
Noi vogliamo credere che le Illustrissime Signorie Loro siano sensibili alla tematica in oggetto e chiediamo Loro, ciascuno per le proprie competenze, di prendere gli opportuni provvedimenti per evitare che la situazioni peggiori.