Giovanna Romano, presidente Hub-C racconta Lettera: “Un tavolo, dei fogli, una penna e due sedie, su di una è seduto lo scrittore, sull’altra una persona che vuole raccontare del suo amore. Uno di fronte all’altro”
PESCARA – Nuovo appuntamento con Lettera per Amore, iniziativa dell’associazione culturale Hub-C. Dopo lo stop forzato a causa del Covid, con il San Valentino 2022, ci sarà la presentazione del lavoro realizzato in occasione dell’incontro del 14 febbraio 2020. Appuntamento dunque, a partire proprio da questo lunedì, negli spazi della Onlus Anffas Pescara, per incontrare di nuovo i protagonisti del lavoro realizzato nel 2020, con la proiezione del video-documentario.
Il progetto Lettera per Amore (cerchiamo le parole) nasce da un’idea semplice, quasi banale, che richiede però un grande coraggio, quello di occupare una sedia vuota, guardare negli occhi uno scrittore e parlargli d’amore. E quindi, un tavolo, dei fogli, una penna e due sedie, una di fronte all’altra. Su di una è seduto uno scrittore, sull’altra la persona che vuole raccontarsi. “L’amore, l’amore per l’altro, l’amore che ciascuno di noi porta in petto: per i figli, per i genitori, per il marito, per la moglie, per il fidanzato, ma anche per il paesaggio, per la montagna, il mare, il proprio paese o città – commenta Giovanna Romano -. Lo scrittore, dal canto suo, accoglie l’altro, lo ascolta, dà corpo alle sue emozioni, restituendo parole scritte”.
Protagonisti di questo nuovo video sono quindi la poetessa Federica Maria D’amato, sua la penna che ha dato voce alle storie raccolte, e le persone incontrate nella Fondazione Caritas dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne, cittadella dell’accoglienza Giovanni Paolo II, Pescara e nella sede dell’Onlus Anffas Pescara.
Il cuore del progetto vive nella relazione empatica tra due persone che non sanno nulla l’una dell’altra ma che hanno voglia di dirsi molte cose. E’ da questo incontro che nasce la lettera: pensata, costruita, scritta insieme. Una lettera è un gesto d’amore, in un tempo sospeso, relegato in un angolo di magia. E’ il luogo del conoscersi e dello stare insieme. E l’amore: perché tutti hanno qualcosa da dire sull’amore, all’amore. Perché l’amore è il più solido dei ponti tra gli esseri umani, regge la società e muove le persone, di tutte le età, luoghi e tempi.
Il progetto si è trasformato ed è divenuto strumento per indagare realtà complesse, di marginalità e solitudini. “La fragilità diventa quel filo invisibile che lega un’esistenza ad un’altra. Tessere quel filo, colorarlo, è il nostro obiettivo – aggiunge Valerio Spezzaferro, documentarista che partecipa al progetto -. La pandemia ha accelerato il processo di frammentazione in corso, creando nuove solitudini ed estremizzando quelle già esistenti. Stiamo assistendo alla trasfigurazione del corpo e della mente, ad una rappresentazione dell’uomo che da invulnerabile diventa vulnerabile, dipendente della cura, veicolo di malattia. Il bisogno dell’altro e, al contempo, la paura dell’altro. Sentimenti opposti, vissuti in forme finora sconosciute, ci avvicinano e ci allontanano: l’uomo è nel mezzo, sempre più solo, con le proprie ansie ed insicurezze. Eppure, la nostra vita è fatta di relazioni. Noi siamo relazioni, buone o cattive che siano”.
L’associazione HUB-C si è insediata nel territorio abruzzese nel 2019. Pone al centro l’uomo e il suo quotidiano sforzo di attribuire senso ad una società complessa, sempre più difficile da interpretare. La cultura, nel suo aspetto materiale, linguistico ed espressivo, insegna la stretta connessione tra gli uomini. E’ l’universo semantico comune che aiuta a pensare, a vedere e a stare con l’altro.