L’AQUILA – Le provocazioni di tre artisti approdano nel capoluogo abruzzese che, a 5 anni dal sisma, sembra ancora essere fermo al 2009 con le sue profonde ferite : quattro banner giganti sono stati posizionati questa mattina sulla scuola elementare “De Amicis”, in piazza San Bernardino, nel centro storico dell’Aquila, con la scritta, richiamante per colori e forme il logo di Expò Milano 2015, “L’Aquila – Itaglia dal 2009”.
L’artista esplicitista Pep Marchegiani propone dunque una mostra collettiva, dal titolo “L’Aquila Expò”, che ha l’obiettivo di «ravvivare il ricordo e stimolare le istituzioni a fare qualcosa di utile».
Collettiva perché, su invito di Marchegiani, altri due artisti hanno posizionato le proprie opere, contemporaneamente, nel centro storico dell’Aquila. Oltre a quelle dell’artista esplicitista, noto per i suoi blitz in tutta Italia, infatti, un lungo filo rosso con tanti nodi è stato posizionato nel piazzale della basilica di Collemaggio. L’idea è dell’artista Massimo Desiato, che vuole così rappresentare i tanti nodi ancora da sciogliere o i nodi della burocrazia italiana. In via San Bernardino, inoltre, è stata installata una riproduzione gigante dell’opera “Gli invisibili” di Fabiola Murri.
«Il paragone con l’Expò di Milano – spiega Pep Marchegiani – è nelle cifre: servono 10 miliardi di euro per ricostruire la storia e la dignità di una città di 70mila abitanti, ma l’Itaglia – dice l’artista alterando volutamente il nome del Paese, a ricordare il suo libro-parodia ‘Circo Itaglia’ – investe 11,8 miliardi di euro per realizzare una fiera. La domanda è: perché?».
Inevitabile, per Marchegiani, anche il riferimento alla decisione, annunciata dal sindaco Massimo Cialente, di esporre la Bolla di Celestino V a Milano, nell’ambito di Expò 2015. «Complimenti al sindaco – afferma l’artista esplicitista –. Che usi la Bolla del Perdono per riaccendere i riflettori (ormai spenti) sull’Aquila in occasione dell’Expò e ribadisca al mondo che sono più importanti le persone che un semplice business. Se così non fosse sarà come accompagnare le spoglie dell’Aquila per l’ultimo viaggio e celebrare a Milano il funerale del capoluogo abruzzese».
«Invito tutti i cittadini aquilani – sottolinea Massimo Desiato – a tagliare il filo e a conservare i ‘nodi della burocrazia’ in tasca, per ricordarsi di non accettare più compromessi». «’Gli invisibili’ all’Aquila – afferma Fabiola Murri – perché sono contro la globalizzazione dell’indifferenza, per il ripristino della facoltà d’indignazione; per L’Aquila».
L’attacco artistico all’Aquila arriva dopo gli ultimi blitz promossi da Pep Marchegiani: il 7 gennaio, a Firenze, nell’ambito dell’iniziativa denominata “Fu’Renze”, decine di riproduzioni in chiave esplicitista del David e dozzine di copie del curriculum europeo di Michelangelo, aggiornato al 2014, hanno invaso le vie della cultura, per sensibilizzare sul rilancio dell’arte contemporanea; lo scorso 8 febbraio, invece, il viale che porta alla Reggia di Caserta è stato tappezzato di cartelli con la scritta ‘Vendesi’, mentre lo storico “Rustico da ristrutturare di ampia metratura con annessi terreno e fontana” è finito anche sui principali portali per le compravendite immobiliari, con l’obiettivo di criticare il decadimento del patrimonio culturale e artistico italiano; il 20 marzo l’artista ha vietato simbolicamente l’accesso ai disabili al Ponte di Calatrava, ribattezzandolo Ponte della vergogna; il 13 giugno, infine, Marchegiani ha posizionato agli ingressi dell’Ilva di Taranto e nei punti principali del capoluogo jonico migliaia di alberelli profumati ‘Ilva magique’ per sensibilizzare sul tema dell’inquinamento nella città dei due mari.
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