Stadio Adriatico gremito in ogni ordine di posto per Mondovisione, l’evento dell’estate
PESCARA – Luciano Ligabue ha illuminato la notte pescarese a suon di rock e grandi effetti speciali. Impossibile restare impassibili davanti ad un simile spettacolo: l’ingresso al prato dell’Adriatico, alzare lo sguardo e vedere un imponente palco sovrastare il pubblico. Con lui hanno suonato Federico “Fede” Poggipollini (chitarra), Niccolò Bossini (chitarra), Luciano Luisi (tastiere e programmazioni), Michael Urbano (batteria) e Davide Pezzin (basso).
Un mondo che si illumina ed una penisola che unisce il palco principale arricchito da una scenografia al passo con i tempi: su tutti il maxi schemo dalla forma curva che abbraccia tutti i fans accorsi numerosi. Secondo le stime sarebbero stati circa 25.000 a occupare l’impianto nei vari settori.
Puntuale quasi al secondo, Luciano, parte scaldando subito il pubblico con “Il muro del suono” e prosegue sulla scia del suo ultimo album con “Il volume delle tue bugie” per iniziare un lungo viaggio nel passato con il successi de “I ragazzi sono in giro”, all’indimenticabile “Ho messo via”. Quindi è la volta dei brani più recenti Ciò che rimane di noi e Nati per Vivere (adesso e qui).
Il cantautore emiliano inizia il suo dialogo con il pubblico introducendo brani di successo come “Il giorno di dolore che uno ha” o la dolce melodia di “Leggero”. Tra i brani che hanno acceso l’Adriatico troviamo “Balliamo sul Mondo”, “Bambolina e Barracuda” e “Urlando contro il cielo”.
Ma sono stati tanti i brani del nuovo album inseriti in scaletta come “Sono sempre i sogni a dare forma al mondo“, “Per Sempre” e “La neve se ne frega”.
Da sottolineare i video scelti per le canzoni che riuscivano sempre a catturare l’attenzione del pubblico che riusciva così a vivere il live in più dimensioni, come si addice ai maxi palchi di ultima generazione.
Particolarmente toccanti sono stati i momenti durante i quali Ligabue ha eseguito brani con la chitarra acustica in mezzo ai fans, sotto la sfera luminosa carica di effetti. Quindi un medley di tre canzoni lasciate al pubblico che è riuscito ad intonare mostrando una buona qualità vocale oltre che grande padronanza dei brani scelti: “Ho perso le parole”, “Happy Hour” e “Marlon Brando è sempre lui”.
L’ultima parte del concerto propone i brani “Tu sei lei”, “A che ora è la fine del Mondo”, “Piccola stanza senza cielo”, “Il sale della terra”, “Il meglio deve ancora venire” e l’acclamato “Tra palco e realtà”. Immancabile il bis concesso con “Quella che non sei”, “Certe notti” e “Con la scusa del R’N’ Roll”.
Un concerto dunque che ha riscosso un successo che a detta dello stesso cantante è probabilmente andato oltre le aspettative, coinvolgendo due generazioni a testimonianza di come negli anni la produzione sia stata al passo con i tempi ottenendo i risultati che ancor oggi i live possono confermare in termini di presenze.
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