PESCARA – “Sono circa 60 i pazienti di nazionalità ucraina sottoposti allo screening gratuito della tiroide promosso dalla Lilt – Lega Italiana Lotta contro i Tumori – Sezione di Pescara per monitorare le condizioni di salute dei cittadini provenienti dalla terra colpita prima dalle radiazioni di Chernobyl e ora dilaniata dalla guerra e dalle bombe utilizzate. L’obiettivo del progetto-pilota, curato con il professor Pierluigi De Remigis e dal suo pool, è innanzitutto quello di consentire a tali utenti, uomini, donne, bambini, rifugiati a Pescara di riprendere quei controlli medici continui inevitabilmente interrotti durante il conflitto e poi di contribuire alla ricerca medica circa gli effetti prodotti da due eventi di tale rilevanza sulla salute oncologica delle persone”.
Lo ha detto il professor Marco Lombardo, Presidente della Lilt di Pescara, membro del Consiglio Nazionale della Lilt, nel corso della giornata di screening, che ha visto la partecipazione di decine di volontari, coordinati dal vicepresidente Lilt Milena Grosoli, e la presenza, tra gli altri, del sindaco di Pescara Carlo Masci e del Presidente dell’Associazione Pescara nel Cuore Mattia Cervoni, socio Lilt.
“Quello avviato a Pescara è il primo, e per ora unico, caso in Italia, ovvero uno screening della tiroide a tappeto di tutti i cittadini di nazionalità ucraina, un’iniziativa di cui la Lilt Pescara si è voluta fare capofila per verificare la risposta del territorio, l’indice di adesione e la riuscita dell’evento – ha sottolineato il Presidente Lombardo – e il livello è stato altissimo. Ricordiamo che per gli ucraini, i più esposti all’esplosione della centrale atomica di Chernobyl, avvenuta nel 1986, 35 anni fa, il rischio di sviluppare un tumore della tiroide è elevatissimo: l’incidente nucleare provocò il più grande rilascio di materiale radioattivo nell’ambiente contaminando tutte le aree vicine alla centrale, ma anche la Russia, la Bielorussia e molte altre parti d’Europa. Ed è stato documentato che il disastro di Chernobyl ha provocato un aumento importante dei tumori alla tiroide soprattutto nei bambini a causa del rilascio dello iodio radioattivo: i casi accertati tra il 1986 e il 2005 sulla popolazione che allora aveva sino ai 18 anni sono stati più di 4mila con un aumento fino a 10 volte rispetto al periodo precedente al disastro. Numeri che ci danno la dimensione del fenomeno ma soprattutto ci obbligano ad agire in maniera responsabile nei confronti di una popolazione che oggi sta vivendo un ulteriore momento di fragilità a causa della guerra che ha costretto tanti di loro ad allontanarsi dalla propria terra e dalle proprie case.
Una guerra che ha bloccato ogni attività di prevenzione oncologica esponendo a un rischio più elevato soprattutto i più piccoli, quello di una diagnosi tardiva. Per tale ragione la Lilt – ha aggiunto il professor Lombardo – grazie alla disponibilità del professor De Remigis, ha preso contatti con la comunità ucraina che sta vivendo a Pescara, e ha organizzato la prima giornata di screening, assicurando ai pazienti la visita tiroidea, con il relativo esame ecografico, e prescrivendo tutti gli esami e prelievi del sangue per un ulteriore approfondimento delle condizioni di salute”.
“Pescara – ha detto il sindaco Masci – si conferma ancora una volta come la città dell’accoglienza e della solidarietà che l’amministrazione comunale esprime collaborando con le tante associazioni di volontariato che, come nel caso della Lilt, offrono il proprio tempo per monitorare lo stato di salute di cittadini costretti a fuggire per non finire sotto le bombe. Lo stiamo facendo con la comunità ucraina, a giorni lo faremo con i rifugiati approdati sulle nostre coste sui barconi della disperazione, e per i quali la Prefettura ci ha chiesto disponibilità e sostegno anche economico. Noi faremo come sempre la nostra parte sicuri di poter fare affidamento sulla condivisione del territorio”.
“L’Associazione ‘Pescara nel Cuore’, che aderisce alla Lilt di Pescara – ha detto il Presidente Cervoni – è lieta di poter dare il proprio contributo concreto nel partecipare alla giornata di screening e nei prossimi giorni individueremo ulteriori misure di sostegno nei confronti di popolazioni che oggi necessitano di tutto”. Alla prima giornata di controlli della tiroide hanno partecipato 60 cittadini di nazionalità ucraina e 30 di nazionalità italiana e nei prossimi giorni verranno promosse nuove giornate di screening