L’analisi del prof. Giuseppe Mauro realizzata in occasione del centesimo anniversario del gruppo che ha generato fondamentali risorse per il territorio, contribuendo a un Abruzzo moderno e competitivo
PESCARA – Il 2019 è l’anno del primo centenario per il gruppo Angelini. Fondato nel 1919 ad Ancona dal trentaduenne farmacista marchigiano Francesco Angelini, il gruppo è stato protagonista di una crescita esponenziale all’insegna dell’innovazione continua ed è oggi una realtà industriale internazionale, leader nell’area salute e nei settori farmaceutico e del largo consumo.
Dal 1958, il gruppo Angelini è attivo in Abruzzo dove ha investito attraverso la società Fater (beni di largo consumo, prodotti assorbenti per la persona) e – dal 1975 – Fameccanica (linee produttive per prodotti assorbenti per la persona). Due le costanti derivanti dai risultati delle due aziende: essere in controtendenza rispetto ai cicli economici; generare costantemente valore per il territorio attraverso l’innovazione, come sottolinea Giuseppe Mauro, professore ordinario di economia presso l’Università D’Annunzio, autore di un’analisi dedicata al contributo di Angelini al contesto economico/produttivo regionale abruzzese.
A distanza di oltre 60 anni, la presenza del gruppo Angelini si è oltremodo estesa e ad oggi oltre 1 impresa su 100* in Abruzzo rientra nell’indotto del gruppo, che dà inoltre lavoro a più dello 0,5% dei dipendenti impiegati nella regione.
“Il gruppo Angelini ha contribuito a un Abruzzo moderno e competitivo. Fater e Fameccanica in Abruzzo sono riuscite ad evolversi con il linguaggio dell’innovazione e dell’efficienza, intersecando dimensione globale e locale. L’imprenditorialità espressa ha saputo governare il futuro anche di fronte a profondi mutamenti dei mercati e alle incognite dei cicli economici”.
L’effetto volano a favore dell’indotto regionale, generato dalle due aziende, coinvolge oggi ben 148 imprese abruzzesi, con oggettiva crescita nella capacità di innovazione tecnologica e progettuale, elementi cruciali per la competitività della regione. “La quarta rivoluzione industriale che stiamo vivendo – continua lo studio del prof. Mauro – mostra l’esigenza di un livello più elevato di competenze. Mentre i dati disponibili in Abruzzo purtroppo segnalano una frattura fra tessuto produttivo nel suo complesso e capitale umano ad elevata qualificazione, le due aziende partecipate Angelini rappresentano un’interessante eccezione grazie alla loro capacità di attrarre professionalità da altre regioni oltre che valorizzare giovani provenienti dal territorio: 230 assunzioni negli ultimi 3 anni e circa 200 contratti job on call attivati ogni anno”.
1,181 miliardi di euro di fatturato complessivo, circa 2.400 dipendenti, di cui circa 1.600 in Abruzzo, e 56 milioni di utile d’esercizio, questi i dati chiave che fotografano oggi la realtà consolidata di Fater e Fameccanica. (fonte: bilancio consolidato 2018-19).
L’analisi del prof. G. Mauro prende le mosse dal 1958 e ripercorre i decenni successivi, intrecciando storia aziendale con i trend economici. “Nel 1961, il differenziale del Pil pro capite dell’Abruzzo era di oltre 30 punti inferiore rispetto alla media del Paese e la popolazione attiva impegnata nel settore agricolo era pari al 61% contro il 42% della media nazionale. Il 90% delle aziende impiegava fino a 5 addetti”. La realtà abruzzese negli anni 60 è flagellata da un “intenso flusso migratorio in uscita, è priva di adeguate vie di comunicazione, con attività industriali in prevalenza a carattere artigianale e senza respiro internazionale e con ampio peso dell’agricoltura in un contesto di polverizzazione delle aziende e dei terreni agricoli”.
È in questa realtà che il gruppo Angelini esprime con coraggio la scelta di investire in Abruzzo fondando Fater. Già due anni dopo, il primo successo si chiama Stilla, un collirio reso noto da una importante campagna pubblicitaria con Dalila Di Lazzaro come protagonista. Nel 1963 Fater introduce in Italia il pannolino monouso per bambini e nel 1965 gli assorbenti femminili, iniziando ad esprimere appieno le sue potenzialità.
“Il gruppo Angelini pone infatti attenzione all’evoluzione in Italia del processo di industrializzazione, all’aumento del reddito e ai mutati gusti dei consumatori, fenomeni che generano crescita demografica e richiesta di innovazione. Con qualche anno di ritardo tale evoluzione tocca anche l’Abruzzo ove cessa il flusso migratorio, accelera il tasso di crescita del Pil e l’intervento pubblico favorisce gli insediamenti industriali. Un balzo in avanti dell’economia regionale cui il gruppo Angelini non solo partecipa ma che realizza con un decennio di anticipo rispetto all’economia regionale, effettuando investimenti in impianti, attrezzature e risorse umane al fine di allargare la sfera operativa e di migliorare la qualità”.
La visione strategica di Angelini guida gli investimenti in Abruzzo anche negli anni 70, caratterizzati dalle due crisi petrolifere e dal fenomeno della stagflation: alla stagnazione produttiva si connette un elevato tasso di inflazione con ricadute negative sul Pil e l’occupazione.
Nel 1975 Angelini fonda a San Giovanni Teatino (CH) una nuova azienda, Fameccanica, che valorizzerà l’expertise nell’ideazione e produzione di macchine per prodotti assorbenti per la persona. Si tratta di linee produttive ad alta intensità tecnologica, un mix tra meccanica, elettronica e informatica, capaci, tra l’altro, di innalzare l’intero processo di progettazione e sviluppo delle macchine, inclusi l’assistenza e la manutenzione. Ben presto Fameccanica riesce a coprire fino al 25% del mercato globale. Oggi, Fameccanica dà apporto all’export della Regione, in misura pari al 18% della voce “macchinari e apparecchiature” e al 42% della voce “macchinari per impieghi speciali”.
Nel 1992 Fater e Fameccanica diventano joint venture con quote paritetiche con Procter & Gamble. Anche nel primo decennio del nuovo secolo l’essere in controtendenza con il contesto caratterizza Fater e Fameccanica.
“Il contesto è drammatico a livello mondiale per la crisi finanziaria (2007-2008) derivata dal crollo dei mutui sub prime cui poi segue la crisi del debito sovrano con profonde ripercussioni sull’economia reale. Nel triennio 2009-2011 in Italia il Pil subisce un crollo del 5,5% e il mercato del lavoro registra una perdita di circa 800 mila unità. L’Abruzzo non si discosta da tale quadro. La caduta del Pil sfiora il 7% nel 2009, i posti di lavoro conoscono una perdita di 24 mila unità”.
E le aziende partecipate Angelini sul territorio? Fater prosegue nella sua costante evoluzione, crescono gli investimenti materiali e immateriali e, con l’acquisizione dal 2013 del marchio Ace, prodotti per la pulizia dei tessuti e per l’igiene della casa realizzati presso lo stabilimento di Campochiaro in Molise, diventa un’azienda dal profilo internazionale e, accanto al mercato italiano, estende il suo raggio ad altri 38 paesi tra Europa, Russia, Asia, Marocco e Turchia. Così anche Fameccanica che, oltre al fatturato, accresce anche le esportazioni e consolida la propria posizione sul mercato con la creazione di aziende consociate nelle aree geografiche più importanti del proprio settore (Asia e America).
*sul totale delle imprese abruzzesi con oltre 10 dipendenti. Dati Infocamere 2018