In particolare l’opera di Grandoni è ispirata alla favola “Il Pesciolino Nero” dello scrittore iraniano Samad Behrangi. Intellettuale di simpatie socialiste, Behrangi morì nel 1968, in circostanze misteriose, pochi mesi dopo l’uscita del libro: aveva soltanto 29 anni e sono in molti a ritenere che la sua scomparsa sia da ricondurre al contenuto dell’opera. “Il Pesciolino Nero” non è infatti soltanto una favola per bambini, ma è unanimemente considerato un potentissimo inno alla libertà e una straordinaria metafora politica, tanto che il libro fu sottoposto a censura dall’opprimente regime dell’epoca.
Nell’opera di Behrangi la voce narrante – quella di un vecchio – racconta ai suoi 12.000 figli e nipoti il viaggio di un piccolo pesciolino nero, che rinuncia alla rassicurante protezione materna e abbandona le certezze del torrente nel quale è nato, per lanciarsi alla scoperta del mare. Agli occhi del pesciolino, man mano che avanza verso il mare, si rivela un mondo popolato da creature affascinanti, interessanti e sorprendenti. Un mondo che, al tempo stesso, si presenta irto di pericoli e denso di insidie, ma un mondo che, in ogni caso, valeva la pena conoscere e vivere. Proprio per questo il pesciolino nero finisce per diventare un esempio, duraturo ed immortale, per tutti i suoi simili.
Grandoni, attraverso il suo quadro, intende dunque rendere omaggio al coraggio e all’intuizione di un intellettuale che ha saputo indicare la strada verso la libertà, non soltanto al suo popolo, ma a più generazioni ad ogni latitudine del globo. Uno scrittore che, consapevole di lanciare una sfida potenzialmente letale al regime dello scià di Persia, non rinunciò a seguire la sua coscienza e pagò con la vita. L’eredità consegnataci dal suo esempio viene oggi idealmente raccolta dalle migliaia di donne e di uomini iraniani che, dopo la morte di Mahsa Amini, continuano a scenderein piazza per protestare contro un altro regime, altrettanto oppressivo, rischiando la vita.
Luigi Grandoni, nato a Pescara nel 1955 e da molti anni residente a Chieti, ha preso parte a varie mostre collettive, tra le quali la Triennale di Arti Figurative che si è tenuta nella Galleria Santa Maria dei Miracoli di Roma (2022), l’esposizione ospitata dalla manifestazione artistica Zoo Art ad Ortona (2019, 2020, 2021, 2022) e la mostra allestita nella sede della Camera di Commercio di Chieti (2020, 2021). La scorsa estate ha proposto la sua prima personale, a Vasto, nella Sala Mattioli di corso De Parma.
Nella mostra collettiva “Confronti d’Arte”, oltre all’opera dedicata al “Pesciolino Nero”, esporrà altri due quadri. Grandoni, attraverso i suoi dipinti, si interroga e ci interroga, con sguardo laterale e perennemente aperto al dubbio, sulle molteplici implicazioni di un’epoca sempre più complessa e inafferrabile: spazia dai temi dell’eterna ed irrisolta ricerca dell’origine umana alle tragedie collettive dei migranti in fuga, per arrivare agli imperscrutabili e labirintici percorsi della mente, agli eroici esempi dei popoli in lotta o alle caleidoscopiche visioni della realtà virtuale.
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