PESCARA – Fabrizia Del Greco, giovane dottoressa di Pescara, parte mercoledì 20 giugno per l’Angola, dove per sei mesi sarà impegnata con Medici con l’Africa Cuamm in un progetto nazionale di lotta alla Tubercolosi. Trentacinque anni, originaria di Pescara, Fabrizia del Greco è un’epidemiologa, esperta di medicina tropicale, con alle spalle due anni di studio e lavoro a Londra alla “London School of Hygiene and Tropical Medicine” e diverse missioni in Tanzania, Sud Africa e Cambogia.
«Da quando mi sono laureata in Medicina – spiega Fabrizia Del Greco – è la prima volta che mi trovo a lavorare all’estero con un’organizzazione italiana, ma è una cosa che mi incuriosiva da diverso tempo e che avevo voglia di fare. Conosco Medici con l’Africa Cuamm da quando sono partita con loro per la Tanzania, quando ancora ero studentessa. Ho passato un mese nell’ospedale di Tosamaganga ed è stata un’esperienza che mi ha segnata e infatti in Africa sono tornata e ci sto per tornare ora. Mi piace lavorare in Paesi in via di sviluppo, perché richiede capacità di adattamento particolari, impari a modellare te stessa a seconda dell’ambiente, delle persone, scopri nuove risorse personali».
«Il lavoro che mi aspetta sarà molto complesso: dovrò monitorare e raccogliere dati per un grande programma di lotta alla Tubercolosi che Medici con l’Africa Cuamm sta portando avanti su scala nazionale, affiancando il governo locale. È la prima volta che viene fatta un’operazione del genere in Angola e le sfide sono tante, ma siamo determinati!».
Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), l’Angola è uno dei dieci paesi con i tassi più alti di incidenza della tubercolosi sulla popolazione e Medici con l’Africa Cuamm, attraverso il progetto finanziato da Global Fund in cui Fabrizia Del Greco si inserirà, è consulente del governo nel programma nazionale di lotta alla tubercolosi. Sempre nello stesso paese, in partnership con World Diabetes Foundation, il Cuamm sta conducendo un innovativo progetto di ricerca che mira a diagnosticare i casi di malati di diabete tra le persone già in cura per la tubercolosi.
È possibile sostenere il lavoro di Medici con l’Africa Cuamm con una donazione su c/c postale 17101353 e online su www.mediciconlafrica.org; con 75 euro è possibile garantire un trattamento completo contro la Tubercolosi.
Nata nel 1950, Medici con l’Africa Cuamm è la prima Ong in campo sanitario riconosciuta in Italia e la più grande organizzazione italiana per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane. Realizza progetti a lungo termine in un’ottica di sviluppo, intervenendo con questo approccio, anche in situazioni di emergenza, per garantire servizi di qualità accessibili a tutti. In 65 anni di storia sono state 1.615 le persone inviate, 221 gli ospedali serviti, 41 i paesi d’intervento e 165 i programmi principali realizzati.
Oggi Medici con l’Africa Cuamm è impegnato in 7 paesi dell’Africa sub-Sahariana (Angola, Etiopia, Mozambico, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania, Uganda) con 827 operatori (213 europei e 614 africani), 72 progetti di cooperazione principali e un centinaio di micro-realizzazioni di supporto; appoggia 14 ospedali, 35 distretti (per attività di sanità pubblica, assistenza materno-infantile, lotta all’Aids, tubercolosi e malaria, formazione), 3 scuole infermieri e 2 università (in Etiopia e Mozambico).
L’attenzione per la salute materno-infantile è una costante per Medici con l’Africa Cuamm, che nei sette paesi in cui è presente in Africa (Angola, Etiopia, Mozambico, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania, Uganda) porta avanti il programma “Prima le mamme e i bambini. 1000 di questi giorni”, puntando a garantire il parto assistito a 320.000 donne e l’assistenza nutrizionale per loro e i loro bambini nel periodo che va dall’inizio della gravidanza ai primi due anni di vita dei figli, mettendo in trattamento 60.000 i bambini malnutriti.
Sono 5 gli anni di intervento previsti (dal 2017 al 2021), 10 gli ospedali e i distretti di riferimento coinvolti, per un bacino di utenza di 3.000.000 di persone e un impegno economico di 15.000.000 di euro, in parte sostenuto da Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Cariplo, Fondazione Cariverona, Compagnia di San Paolo, ma anche da donatori privati grandi e piccoli.
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