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Lu Giuviddì Sande a Cellino Attanasio

da Mariacristina Salini

Il 15-16-17 Aprile 2011 si svolgerà la tradizionale manifestazione tra fede e folklore

CELLINO ATTANASIO (TE) – La celebrazione “Lu Giuviddì Sande” di Cellino Attanasio (Te) quest’anno si svolgerà il 15,16 e 17 aprile. L’associazione culturale “Eco tra i torrioni” in collaborazione con il Comune di Cellino Attanasio organizza  la manifestazione riproponendo al fine settimana della Domenica delle Palme, il rituale dell’antico canto di questua della Settimana Santa, in uso nelle vallate dei fiumi Piomba e Vomano dove, gruppi improvvisati di cantori si recavano per le case e per le vie del paese intonando canti inneggianti la Resurrezione del Cristo, ripercorrendo il suo Calvario.

Nel centro storico di Cellino Attanasio per tre giorni  gruppi di musica popolare eseguiranno, oltre ai canti della Passione, musiche caratteristiche della zona di loro provenienza.

Inoltre, nelle varie serate sarà possibile visitare mostre di strumenti musicali e arti figurative, esposizioni di artigianato locale e degustare prodotti tipici, quali: vino cotto e lu castelle. Il percorso sarà caratterizzato da vari punti d’ascolto, dove vogliamo far rivivere le emozioni che i nostri anziani tutt’ora provano durante la questua per le case. Sarà organizzata anche la prima edizione della gara di dolci “Li dugge de ‘na vodde”.

Il Giovedì Santo, tra le genti del territorio è un giorno particolare nella settimana Santa. Dopo il Gloria della messa solenne, “s’attacche li campane” che vengono “sciolte” al Gloria della sera del Sabato Santo. I più anziani del posto usano abbinare al silenzio delle campane un faticosissimo digiuno, “lu trapasse” che, fatto per sette anni consecutivi, (così dice la credenza religiosa) avrebbe la capacità di purificare eternamente un’anima cara nel Purgatorio. Durante questi giorni di silenzio, per annunciare le varie funzioni religiose, il prete incarica giovani del posto a girare per le vie del paese con il classico strumento popolare “lu ciuccule”, in sostituzione delle campane. Da questa antichissima usanza, tramandata da Confraternita in Confraternita, sono pervenuti a noi strumenti tipici come “lu tricche e tracche”, “li martille” e “li ciuccule” ripresi poi dalla gente delle campagne per accompagnare i canti di questua.

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