L’imprenditore di Scampia vittima della Camorra protagonista del secondo incontro organizzato dall’Istituto Alberghiero Ipssar ‘De Cecco’ nell’ambito del XXIV Premio Nazionale ‘Paolo Borsellino’
PESCARA – “La vita è complicata ed è soprattutto un punto interrogativo, ciascuno di noi ha grandi progetti che non sempre riesci a realizzare. Oggi vorrei che tutti avessero uguali condizioni, per questo i ragazzi devono combattere per l’equità. I ragazzi di Rancitelli, a Pescara, come quelli di Scampia, a Napoli, devono pretendere gli stessi diritti dei giovani che vivono in quartieri migliori e lo Stato, le Istituzioni, hanno il dovere di porre sotto la propria ala protettrice chi ha il coraggio di denunciare la criminalità, di alzare la testa e di opporsi, perché là dove lo Stato è assente, la gente chiede protezione e aiuto alla camorra, alla mafia, ossia alle organizzazioni criminali”.
Lo ha detto Luigi Leonardi, imprenditore di Scampia vittima della Camorra, testimone di Giustizia e autore del volume ‘La Paura non perdona’, protagonista del secondo incontro che si è svolto ieri 24 ottobre organizzato dall’Istituto Alberghiero Ipssar ‘De Cecco’ di Pescara, nell’ambito del XXIV Premio Nazionale ‘Paolo Borsellino’, sul tema ‘Gli uomini passano, le idee restano e camminano su altre gambe’. Ospiti della giornata, promossa e coordinata dalla Dirigente Alessandra Di Pietro, il Prefetto di Pescara Gerardina Basilicata, la Dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo 1 Teresa Ascione, con alcune classi, il Procuratore Leonardo Guarnotta, membro del Pool Antimafia di Palermo, e l’attore, regista e docente Edoardo Oliva che ha introdotto la giornata leggendo brani tratti dal romanzo. Presenti in Aula Magna anche l’ex Dirigente scolastica Luciana Vecchi, il Presidente di AssoArma Tito Di Sante, i rappresentanti dell’Associazione Maestri del Lavoro d’Italia e il dottor Cerbo, Direttore della Neuropsichiatria infantile dell’Ospedale civile di Pescara.
“L’Istituto Alberghiero ha voluto istituire un forte rapporto di collaborazione con il Premio Borsellino perché abbiamo obiettivi e una visione coincidenti – ha detto la dirigente Di Pietro –, ossia la scuola non deve formare solo imprenditori, cuochi o professionisti del Turismo, ma deve soprattutto formare persone integre, oneste, e noi formatori dobbiamo dare ai nostri studenti gli strumenti affinchè poi, nel proprio futuro, non cedano alle logiche mafiose. Dobbiamo dunque lavorare insieme sulla cultura della prevenzione e della legalità che si concretizza attraverso le persone che raccontano le proprie storie di vita”.
Quindi la parola a Luigi Leonardi, che nella propria esperienza ha subito estorsioni, un sequestro, aggressioni, perdendo tutto, la famiglia, i negozi, l’azienda, gli amici, ma non la dignità di uomo, facendo arrestare, grazie alle proprie denunce, più di 60 camorristi con due maxi processi.
“Non ho mai perso la voglia di ricostruire le mie aziende, anche senza l’aiuto dello Stato, contro il quale ho anche dovuto fare lo sciopero della fame fuori da Montecitorio per chiedere il riconoscimento dei miei diritti e quante volte ho pensato che, se fossi stato un immigrato, avrei avuto molti più diritti senza bisogno di protestare – ha detto Leonardi –. Ognuno di noi ha o avrà nella vita le proprie guerre e i propri traumi, da cui però bisogna sempre rialzarsi. La legalità è sinonimo di libertà perché chi decide di fare il malvivente lede la libertà altrui, blocca il futuro dei nostri giovani, li condanna ad andare via perché in Italia non c’è lavoro, li condanna a morire di tumore per le Ecomafie, la criminalità organizzata agisce su uomini che limitano altri uomini. Il fresco profumo della libertà di cui parlava Borsellino è invece il vivere ogni giorno senza essere condizionati da quello che vi gira intorno. Io ero ricco, stavo bene, ho deciso di voler fare una mia impresa, avevo 36 collaboratori, due aziende e una catena di negozi, e un giorno si sono presentati in negozio tre soggetti che pretendevano dessi loro 30mila euro l’anno per tenere aperto il mio negozio di Scampia.
Ho rifiutato, mi hanno tagliato la strada in auto, sono rimasto 3 giorni in coma e 42 giorni in ospedale. Ho chiuso il negozio di Scampia, dopo aver pagato loro 2mila euro, e da quel momento tutti i clan pretendevano pagassi per gli altri negozi, 6mila euro a settimana, e ho pagato per anni. A fine 2008 la goccia che ha fatto traboccare il vaso: sono stato sequestrato perché pretendevano firmassi false cambiali. Quel giorno ho deciso di denunciare tutti, 28 esposti, e ho perso la mia famiglia che aveva paura. Ho sostenuto anni di processi nell’aula bunker di Poggio Reale, con la condanna di 81 persone a 790 anni di galera. Da quattro anni vivo sotto scorta perché secondo il giudice ‘sono in imminente pericolo di vita’, ma ho scelto di restare nella mia terra. Ai ragazzi dico di essere vigili: l’anno scorso – ha proseguito Leonardi – 112 giovani si sono ammazzati perché vittime di bullismo, impeditelo, il vostro compito è rendere la vita e il mondo un posto migliore e dipende dalle scelte che compirete”.
“Pescara – ha detto il Prefetto Basilicata – può ancora dirsi una città tranquilla, dal 2017 abbiamo assistito a un calo costante delle denunce di reati, e Rancitelli non è Scampia. Ai giovani ricordo che lo Stato siamo tutti noi, sono anche le vittime di soprusi che vanno denunciati. A Rancitelli le Forze dell’Ordine fanno tutto il possibile, ma manca l’impegno nel sociale”.
“Ho accettato con orgoglio di far parte del Pool antimafia di Palermo – ha detto il magistrato Guarnotta – per affermare la forza del diritto contro il diritto della forza. Ho lottato per liberare la nostra Sicilia dalle intimidazioni di Cosa Nostra per tutelare l’avvenire dei nostri figli, per dare loro un destino migliore, in cui tutti ci possiamo sentire cittadini e non sudditi, in cui non ci fosse la necessità di chiedere il favore al politico o al boss. Solo dopo anni di lavoro ho scoperto che a Caltanissetta era stato preparato un attentato contro di me, fallito solo perché il mandante era stato arrestato. La paura è un sentimento che ci accompagna nel nostro impegno, ma che non deve condizionarlo”.
“Lo Stato è anche la scuola – ha aggiunto la Dirigente Ascione – ed è nostro compito far sì che non ci sia la paura, ma piuttosto la serenità, la fiducia, le relazioni positive”.
Durante l’incontro spazio alle domande degli studenti del Comprensivo 1 e dell’Istituto Alberghiero a Leonardi.
Intanto venerdì 25 ottobre, alle ore 11, terzo appuntamento con il Premio Borsellino nella Sala Consiliare del Comune di Pescara: protagonisti della giornata saranno il Viceministro dell’Interno Vito Crimi, il Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Nicola Morra, il Magistrato Leonardo Guarnotta, il Prefetto Luigi Savina Presidente del XXIV Premio Nazionale Paolo Borsellino, la dirigente scolastica Alessandra Di Pietro e il Presidente del Parco Nazionale Gran Sasso Monti della Laga Tommaso Navarra.