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M.A.T. Trio in concerto: sabato 28 presso la Taverna di Vasto

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VASTO (CH) – Sabato 28 novembre, alle ore 21.30, il palco de La Taverna, in Via Sondrio, a Vasto ospiterà il jazz del M.A.T. Trio. La formazione romana è composta da Marcello Allulli al sax tenore, Francesco Diodati alla chitarra e Ermanno Baron alla batteria.

Il M.A.T. Trio è una formazione in costante rinnovamento e alla ricerca di soluzioni emozionali intriganti. La caratteristica saliente del trio è la natura melodica del materiale musicale, sia nei temi che nelle improvvisazioni. Il repertorio abbraccia gli stili più vari e unisce in una incontro piacevolmente inusuale il neo-bop con la melodia mediterranea, l’avanguardia e il funk con la musica folklorica. L’omogeneità del risultato è garantita dal repertorio, composto quasi totalmente da brani originali, e dal grande affiatamento dei tre artisti.

Il prossimo appuntamento con la musica a La Taverna di Vasto sarà, sabato 5 dicembre, con i suoni brasiliani del MaDiBaVa Quartet guidato da Marco Bassi e Tatiana Valle.

La Taverna si trova a Vasto, in Via Sondrio, angolo Corso Garibaldi. L’ingresso è libero per tutti gli appuntamenti.

Abbiamo intervistato i protagonisti della serata cercando di conoscerli un pò meglio:

Come nasce il M.A.T. Trio?
R – Il trio è nato circa 2 anni fa: abbiamo iniziato vedendoci a casa mia, suonando e studiando, senza la frenesia di suonare dal vivo. Naturalmente, ad un certo punto ci e’ venuta la voglia di condividere con il pubblico le nostre idee e le nostre emozioni.Per chi non vi ha mai sentiti suonare come definireste un vostro concerto?

R – Per noi è fondamentale comunicare (non solo fra noi tre) ma con tutte le persone presenti in una sala… L’obiettivo, quindi, è riuscire a coinvolgere emozionalmente e creare uno scambio interumano, dove la musica sia una finestra sul mondo…Un repertorio molto variegato che abbraccia il melodico ma anche il “neo-bop”. Come si fondono nella vostra musica i vari stili musicali?
R – Non penso che prediligiamo uno stile: per me  scrivere musica è un processo completamente irrazionale. In pratica, quando ascoltiamo un brano che ci colpisce, cerchiamo semplicemente di riproporre lo stato d’animo e l’emozione.Le vostre ispirazioni e i riferimenti principali?
R – Sono innumerevoli e in tutte le direzioni, ne cito alcune: Johann Sebastian Bach, Ornette Coleman, Silvio Rodriguez e tutti i poeti/compositori centro-sud americani, ma anche Tom WaitsQuali progetti avete in cantiere per il prossimo anno?
R – Registreremo a breve il nostro primo disco nella sala Artesuono di Stefano Amerio a Cavalicco in provincia di Udine.
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