Pescara

M5s Pescara contro la ‘tassa sull’accessibilità’

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La capogruppo M5s Enrica Sabatini: “Si elimini l’incredibile balzello su pedane, scivoli e strutture similari necessarie al superamento delle barriere architettoniche”. Il M5s propone la modifica del regolamento Cosap del Comune di Pescara 

PESCARA – Il Movimento 5 stelle scopre che il Comune di Pescara richiede il pagamento del canone di occupazione di spazi ed aree pubbliche anche per scivoli, pedane e strutture simili realizzate per consentire alle persone con disabilità il superamento delle barriere architettoniche e presenta una proposta di deliberazione per eliminare quella che i pentastellati definiscono un’inaccettabile “tassa sulla accessibilità”.

“Attraverso la delibera presentata chiediamo che venga inserita immediatamente l’esenzione al pagamento dell’occupazione del suolo pubblico per pedane, scivoli ed altre installazioni che risultino necessarie al superamento delle barriere architettoniche” afferma la capogruppo M5s Enrica Sabatini “ed è incredibile che fino ad questo momento nessuno, prima di noi, abbia deciso di abolire questo balzello inaccettabile”.

I Comuni, infatti, nell’ambito della propria potestà regolamentatoria possono disporre le dovute eccezioni al pagamento dell’occupazione del suolo pubblico inserendole all’interno dell’apposito regolamento Cosap che, nel caso del Comune di Pescara, prevede invece il pagamento di 62,64 euro per mq permanentemente occupato e che, per esempio, può arrivare a cifre fino a 300,00 euro annuali per l’occupazione di pedane o scivoli indispensabili ad abbattere un ostacolo di due gradini garantendo la pendenza del 8 % stabilita dalla legge. Ulteriore spesa è quella di registrazione del contratto di occupazione, che periodicamente, va rinnovato, spendendo 200,00 euro per la registrazione stessa ed oltre 7 marche da bollo da 16,00 euro da apporre sulla modulistica, aggiungendo quindi ulteriori 300,00 euro per il solo contratto.

“E sono ben tre gli assessori coinvolti su questo tema che non si sono accorti di questa tassa” continua la Sabatini “né l’assessore alle politiche sociali Diodati, che un anno fa sbandierava sui giornali la realizzazione di un piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche di cui però, ad oggi, non c’è alcuna traccia, né l’assessore al commercio Cuzzi che, dopo due anni al governo della città, dovrebbe conoscere il regolamento Cosap a memoria, né l’assessore al Bilancio Sulpizio che dovrebbe sapere l’entità e l’origine delle entrate di carattere patrimoniale, ma che, a quanto pare, non ha avuto interesse ad approfondire l’argomento”.

La nuova proposta del M5s vuole promuovere l’accessibilità agli edifici pubblici e agli spazi urbani attraverso azioni concrete, indispensabili per garantire a tutti il legittimo diritto alla mobilità e alla fruizione degli spazi collettivi ed intende sensibilizzare i commercianti, e non solo, all’eliminazione delle barriere architettoniche.

“Se un commerciante deve pagare oltre alla spesa di installazione di un scivolo o di una rampa anche il canone di occupazione per aver migliorato l’accesso al proprio negozio, questo obbligo di pagamento ovviamente rappresenterà un freno alla sua iniziativa volta ad abbattere le barriere architettoniche” continua la Sabatini “ed è invece compito di un’amministrazione seria, credibile e responsabile occuparsi di attuare tutte le strategie per incentivare l’accessibilità quale precondizione per consentire a tutti di esercitare il proprio diritto alla partecipazione e ad una qualità della vita dignitosa”.

“I proclami di piani mai realizzati, i comunicati stampa sul “faremo” o i Consigli straordinari organizzati dall’amministrazione sulla disabilità hanno avuto la sola funzione di alimentare quella “politica della visibilità” priva di risultati concreti che, fino ad oggi, il centrosinistra ha portato avanti su questo tema. Occorrono invece soluzioni concrete ed operative o, forse, in casi come questi, ci si accorge che basterebbe avere al governo amministratori più attenti e meticolosi che facciano almeno lo sforzo di leggere un regolamento comunale. Chiediamo troppo? A quanto pare sì”.

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