Macroregione adriatico-jonica, la Cna: dal turismo costiero una spinta in più

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PESCARA – Le opportunità offerte dalla nascita della macroregione adriatico-jonica possono rappresentare uno strumento in più per aiutare l’economia turistica abruzzese a svilupparsi. E sollevare con maggiore efficacia, davanti alle istituzioni comunitarie, i problemi delle piccole imprese balneari, alle prese con la difficile vertenza legata al rinnovo delle concessioni demaniali marittime.

Lo ha detto il responsabile nazionale di Cna Balneatori, Cristiano Tomei, aprendo ieri mattina a Pescara, nella sala Tosti dell’”Aurum La fabbrica delle idee”, affollata di operatori del settore e di rappresentanti del mondo delle imprese turistiche, il forum dal titolo “Il turismo costiero risorsa strategica per lo sviluppo della macroregione adriatico-jonica.

Al convegno hanno preso parte, tra gli altri, il vice presidente del Parlamento europeo, Gianni Pittella (nel suo intervento conclusivo ha proposto di dar vita, entro poche settimane, ad un primo incontro, da tenere a Bruxelles, che coinvolga tutti gli attori istituzionali e sociali della macroregione), il vice presidente della Regione Abruzzo, Alfredo Castiglione («Troppo spesso le ragioni delle piccole imprese e dei cittadini – ha affermato tra l’altro – risultano distanti dalla sensibilità delle istituzioni comunitarie, troppo prese dai problemi della moneta»), e il preside della Facoltà di Lettere dell’università d’Annunzio, Stefano Trinchese.
L’economia turistica costiera della regione – questo il succo dell’intervento introduttivo di Tomei – può rappresentare davvero, se messa in sintonia con gli interessi di una più vasta area dell’Italia, un punto di forza e di originalità dell’Abruzzo all’interno del neonato strumento di governo delle politiche di sviluppo comunitarie. Un modello che, dopo gli esperimenti positivi che hanno aperto la via in Europa ad aggregazioni di interessi sul base macro-territoriale (come nei casi delle aree del Danubio e del Baltico) sbarca adesso nel nostro Paese con l’atto di nascita della macroregione adriatico-jonica. Un’area che già sente l’esigenza di mettere in campo un’azione comune su temi di grande interesse delle popolazioni (su tutti, il rischio di esclusione dai progetti che riguardano l’alta velocità ferroviaria), e sui quali pende il rischio di una crescente marginalizzazione.

Allo storico Stefano Trinchese è toccato richiamare gli elementi unificanti che nei secoli passati hanno fatto dell’area adriatico-jonica un elemento specifico all’interno del bacino del Mediterraneo e nelle relazioni con l’area balcanica: «Questo processo, che affonda le proprie ragioni in oltre duemila anni di storia – ha detto tra l’altro – aiuterà a riequilibrare anche in senso geografico l’asse di riferimento dell’Unione, forse oggi troppo appiattita sull’asse franco-tedesco, e dunque più spostato verso il nord.

Al centro del confronto, in cui sono intervenuti anche i direttori della Cna d’Abruzzo, Marche e Puglia (Graziano Di Costanzo, Silvano Gattari e Pasquale Ribezzo) anche la spinosa questione del rinnovo delle concessioni demaniali marittime. Prima del confronto con il governo Monti, in programma il 23 febbraio prossimo, Tomei ha proposto di tenere un incontro tra le istituzioni regionali e gli operatori turistici dei territori che si affacciano sulla macroregione per valutare una linea d’azione comune.

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