VASTO – “La Dad era necessaria nella prima fase della pandemia, ma sul lungo periodo si è rivelata dannosa. Ha prodotto disparità, ha aumentato le differenze e ha creato maggior passività, perché è stata intesa spesso come un ripasso in rete dei contenuti. Deve essere considerata uno strumento e non un fine, come invece per molti è diventata. Sicuramente è positivo che siano cresciute le competenze digitali, anche tra gli insegnanti, ma serve tornare alla scuola in presenza”. Lo ha detto Matteo Saudino, docente di filosofia al Liceo “Giordano Bruno” di Torino e soprattutto influencer sul web con il suo seguitissimo canale Youtube BarbaSophia, durante la lectio magistralis di chiusura del Festival “Maestri Fuori Classe – AttraversaMenti” che si è svolto a Vasto, in Abruzzo.
Saudino ha poi riflettuto in senso più ampio sul ruolo della scuola oggi: “La crisi pedagogica che stiamo vivendo è grave. La scuola ha perso gli obiettivi, la dimensione di senso. È spesso una scuola-parcheggio o una scuola-supermercato. O anche scuola-azienda. A cosa serve oggi andare a scuola? Dovrebbe essere un luogo umanista, ecologico, adatto ai saperi creativi. Una scuola delle domande e del dubbio”.
Si parla tanto della spinta di cui necessitano le discipline Stem per rendere il Paese più competitivo, ma “questo rischia di parcellizzare ulteriormente i saperi, al contrario di quanto ci dice Edgar Morin. Sicuramente bisogna irrobustire le competenze scientifiche, ma si sbaglia se si pensa di potenziarle lontano da quelle umanistiche. Il sapere dell’umanesimo non era parcellizzato – conclude il filosofo – e noi, oggi, non dobbiamo formare lo specialista, dobbiamo formare la persona”.
Il festival “Maestri Fuori Classe” si è chiuso con i laboratori di “Scrittura emotiva”, a cura dell’autrice televisiva Katiuscia Salerno, di “Public speaking” con Emanuela Filippelli, trainer specializzata in Comunicazione efficace, e di “Geopolitica ed economia” con Claudio Impenna, dirigente della Banca d’Italia.
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