A nulla sono valsi i numerosi incontri in Provincia e in Regione per verificare possibilità alternative e questa mattina il presidente Renzo Di Sabatino, che ha presieduto il tavolo delle trattative, si è detto rammaricato dell’esito: “anche perché si tratta di un’azienda che ha potenzialità e mercato ma che in questa circostanza sembra decisa a perseguire un risultato finanziario con un deciso taglio dei costi”.
I 55 esuberi (su 160 lavoratori), stando ai dati aziendali, sono impiegati nel reparto “produzione e magazzino prodotti finiti”; scontato il dissenso dei rappresentanti sindacali che parlano di una “vicenda dolorosa in un territorio già impoverito”. Secondo i sindacati le “modalità di avvio della procedura non hanno consentito sin dall’inizio un confronto sereno ed analitico sulla natura degli esuberi e delle motivazioni che appaiono caratterizzate da esigenze che esulano dal contesto tecnico/produttivo”.
Di Sabatino ha sottolineato l’impegno della Provincia nei confronti dei lavoratori licenziati affinchè siano messi in condizione di accedere al più presto a percorsi di politica attiva finalizzate alla riqualificazione professionale.
Al tavolo delle trattative erano presenti: Pierluigi Babbicola – responsabile del procedimento per il Servizio Relazioni Industriali dell’ente; Pietro De Camillis – Dirigente della Regione Abruzzo; Alberto Del Prete – funzionario dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Teramo; per l’HATRIA Antonio Valentini – amministratore unico – Mario Di Febbo – direttore Amministrativo, (assistita da Confindustria Teramo nelle persone del vice direttore – Luciano De Remigis e Salvatore Spadaro); per i sindacati la R.S.U. (Marcello Arcadio, Ercole Marrancone, Roberto Forcini e Berardo Di Tommaso); la FILCTEM – C.G.I.L. con Giampiero Dozzi e la FEMCA – C.I.S.L. con Serafino Masci.
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