ALTINO – É una storia che parte da lontano, dal nord dell’Argentina. Una storia fatta di allenamenti, studio, sacrifici, migliaia di chilometri per raggiungere Buenos Aires e giocare con la rappresentativa nazionale. A 19 anni arriva in Italia e gioca ad altissimi livelli: giocatrice, moglie, mamma e allenatrice. Marcela Corzo, non solo in Abruzzo, è un punto di riferimento per il volley.
Allenatrice delle rappresentative regionali, di tutto il settore giovanile dell’Altino oggi Marcela risponde presente al presidente Papa che l’ha chiamata, come quattro anni fa con Simone Di Rocco, a diventare allenatore in seconda della serie B1 dell’Altino.
Questa volta sarà con mister Daniele Litterio che è stato suo allenatore in B1 a Lanciano. Marcela continuerà a seguire tutte le giovanili insieme ad Alessia Papa e tornerà a dar man forte alla prima squadra.
Giocatrice incredibile prima, allenatrice e scopritrice di talenti. Cosa significa per una professionista del tuo calibro lavorare con i giovani di Altino in particolare e quelli abruzzesi?
“Ho giocato in tanti campionati dalla A1, A2, B1 serie C, ho il massimo grado per allenare da 20 anni e ovunque sono stata ho sempre allenato il settore giovanile. Negli ultimi anni a Lanciano e Altino dove con Simone Di Rocco abbiamo vinto il campionato di B1, oltre a questo alleno anche la Selezione Femminile e quest’anno abbiamo ottenuto uno straordinario settimo posto alle Finali Nazionali arrivando subito dietro le più forti d’Italia. Lavorare nel settore giovanile mi appassiona tanto, accompagnarle fin da piccole nella loro crescita tecnica e vedere alcune di loro arrivare a giocare in campionati importanti mi rende orgogliosa e mi ripaga di tanti sacrifici fatti. Quando lavori con i giovani fin dal minivolley li prendi per mano e li accompagni nel periodo più importante della loro vita, che è quello della loro crescita, del loro sviluppo e hai dunque una grande responsabilità. Devi fare i conti con tanti caratteri diversi tra loro, con lo studio quando non va bene, con il cuore infranto per colpa di qualche ragazzino… poi dopo tanti anni vedi che quelle ragazzine alcune continuano a giocare o iniziano ad allenare e comunque sono rimaste nel mondo della pallavolo nonostante la normale evoluzione della loro vita, vuol dire che quello che hai insegnato è rimasto dentro di loro e sicuramente lo passeranno ai loro figli, solo così un movimento resterà vivo, trasmettendo oltre ai fondamentali e al gioco quella passione per questo splendido sport”.
Il tuo ruolo in prima squadra è sinonimo di continuità perché con il progetto delle eccellenze giovanili continuerai ad allenare le piccole di casa Altino con Alessia con l’obiettivo di far crescere in casa i talenti
“Questo è il quinto anno che alleno ad Altino, dopo la conquista della B1 ho scelto di continuare ad allenare il settore giovanile perché le cose bisogna farle bene o è meglio non farle, ho sempre allenato anche a Lanciano quindi per me diventava troppo impegnativo, tra le trasferte in giro per l’italia con la B1 e i vari campionati giovanili e serie C tra Lanciano e Altino era arrivato il momento della scelta. Oggi le cose sono diverse, in quanto ad Altino oggi ci sono tecnici molto competenti come Alessia che in questi anni è stata al mio fianco in tutti i campionati disputati. L’idea del Presidente Papa è sempre stata quella di vedere giocare nella B1 ragazze cresciute nei club abruzzesi (qui l’importanza dei settori giovanili ) e devo dire che nonostante le gelosie che ancora ci sono, qualcosa nel mondo del volley abruzzese sta cambiando è questo e solo merito suo. In questi anni e anche oggi vediamo ragazze della nostra regione che vanno a giocare fuori soprattutto a livello giovanile impoverendo questo sport. Quest’anno con l’Altino ci saranno delle ragazze del settore giovanile del Lanciano che nonostante le varie richieste di club di fuori regione faranno il loro esordio in B1 e avranno la possibilità di dimostrare il loro valore questo è un grande riconoscimento per chi si impegna nei settori giovanili”.
Oltre alle giovanili sarai il secondo di mister Litterio. Avete già lavorato insieme o condiviso dei progetti?
“Con Daniele Litterio ci conosciamo da oltre 20 anni tecnico molto preparato e competente, ho giocato e allenato con lui vincendo vari campionati di B1 arrivando anche alle finali play off per la serie A, B2, serie C , allenando insieme in questi anni i vari campionati under 14/16/18 e vincendo le varie Finali Regionali, diciamo che ci completiamo, abbiamo condiviso il progetto cioè quello di utilizzare il campionato di serie C facendo giocare gli under 14/16 con me in campo in modo di farle crescere tecnicamente e per la prima volta ho giocato insieme alle mie due figlie, è stato emozionante un’esperienza che mi rimarrà per sempre nel mio cuore e quest’anno quelle meravigliose ragazzine con le loro gambe hanno raggiunto la finale play off per la serie B. É stata una grande scommessa vinta da Litterio in primis e vedere dalla panchina queste ragazzine giocare alla pari con squadre che in campo avevano giocatrici di categorie superiori è stata una emozione che pochi hanno potuto provare”.
Tu sei moglie, madre e una donna che lavora: sei un esempio per molte ragazze che vogliono conciliare la vita privata e quella professionale, ma spesso non ci riescono. Qual è il tuo segreto e il consiglio che vuoi dare loro?
“La mia vita è stata e sarà per la pallavolo. In Argentina quando mi convocavano per la selezione mi facevo mi facevo mille chilometri per andare a Buenos Aires agli allenamenti, studiavo sull’autobus viaggiando di notte le distanze rispetto all’Italia erano impressionanti. Ero iscritta al terzo anno di medicina a Rosario quando arrivò la chiamata dall’Italia. L’unico rammarico che ho è quello di non aver completato gli studi di medicina. Qui mi sono sposata ho tre figli che giocano a pallavolo e riesco a conciliare la passione per il volley con quella familiare. Il segreto? Fai quello che ti dice il cuore e segui i tuoi sogni, in più studiate e date il meglio di voi stessi in tutto quello che fate e il consiglio che anche ai miei figli”.
Come riconosci in un giovane se ha talento?
“Non è certo facile, ci vuole molto occhio e molta esperienza nell’individuare una giocatrice che nella sua evoluzione futura possa avere queste caratteristiche. Quando si ha davanti agli occhi una ragazza molto giovane si riesce ad intuire solo che ha delle qualità e che forse ha delle prospettive davanti a se, ma il talento è un’altra cosa. Il talento ha personalità, intesa anche come disponibilità di mettere le proprie qualità a servizio della squadra. Si tratta della capacità di rendere semplici quello che risulta difficile agli altri, come nelle decisioni da prendere in determinate situazioni, in più la capacità di lettura dell’azione che non tutti hanno, rende la giocatrice un soggetto talentuoso. Questo dono si nota in parte già a 14/15 anni, in più la tecnica di gioco e l’altezza per determinati ruoli”.
Quale contributo ti senti di poter dare alla prima squadra?
“Mettere tutta me stessa, dare tutta la mia disponibilità e l’esperienza a disposizione della squadra”.
Tu che sei stata un’atleta di alto livello, ci dici cosa deve avere una squadra per essere vincente?
“Per essere vincente una squadra deve avere molto carattere, personalità, determinazione, dare il meglio in ogni centimetro del campo e avere ben chiaro quali sono gli obiettivi da raggiungere”.