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Marco Baliani con il Rigoletto in scena all’Auditorium Flaiano Pescara

da Redazione
rigoletto la notte della maledizione

Rigoletto, la notte della maledizione – ph Guido Mencari AgCubo

PESCARA – Un grande evento di questa prima parte della stagione di Teatro d’Autore del Florian Metateatro, che vede la collaborazione con l’ importante festival pescarese FLA Festival di Libri e Altrecose, proprio nella giornata d’apertura: Giovedì 10 novembre alle ore 21.00 presso l’Auditorium Flaiano, per vedere, rivedere, conoscere uno dei maestri indiscussi del teatro di narrazione italiano, Marco Baliani.

A Pescara porterà una produzione della Società dei Concerti di Parma in collaborazione con Teatro Regio di Parma, Rigoletto, la Notte della Maledizione, un Giuseppe Verdi rivisitato, un’opera poetica sul circo, i suoi artisti, l’instabilità della vita, con le sue cadute, le sospensioni. Uno spettacolo che porta in scena i sentimenti di Rigoletto, che la musica di Verdi ha reso immortali, e rivivono nell’animo e nella storia di un clown che si esibisce in un piccolo teatro di periferia. La nostalgia per la donna amata, la gelosa premura nei confronti della figlia del Rigoletto, la sete di vendetta contro chi minaccia la sua purezza.

Davanti allo specchio, mentre trasforma col trucco il suo viso, si prepara per una serata speciale, quella in cui si consumerà la sua vendetta, sotto gli occhi di tutti. Pensieri, rancori, ricordi si susseguono in un monologo accompagnato, interrotto e per certi versi ostacolato da una musica sempre presente.

Uno spettacolo di e con Marco Baliani e con Giampaolo Bandini (chitarra), Cesare Chiacchiaretta (fisarmonica). Le musiche di Giuseppe Verdi, Nino Rota, Cesare Chiacchiaretta.

“La proposta fattami dal Teatro Regio di Parma di occuparmi, a mio modo, di una “rilettura” di un’opera di Verdi in cartellone nella stagione, la potevo facilmente risolvere con un bel reading, lettura più musica e via così. Ma volevo rischiare di più, come sempre mettermi in gioco, senza appoggiarmi al già saputo, senza occhiali e leggio. Mi son detto che era l’ occasione buona per osare un personaggio e incarnarlo, dopo tanto tempo, tornare a mettere mano a tutte le cose che ho imparato strada facendo sul mestiere antico dell’ attore e provare a costruirci sopra un testo scritto, un bel canovaccio su cui giorno dopo giorno, provando, creare un dire per niente letterario, ma concreto, materico. Compreso il trucco in faccia e il costume preso in prestito nei depositi del teatro Regio, appartenuti ai tanti Rigoletti passati da quelle parti”.

E ancora

“la mia passione per gli esseri del circo, ma quei circhi piccoli, non eclatanti, non amo i “soleil” circensi fatti di effetti speciali e artisti al limite della robotica per la bellezza scultorea e bravura millimetrica del corpo. No, preferisco la rozzezza faticosa ma meravigliosa di quei circhi dove chi strappa i biglietti te lo ritrovi dopo vestito da pagliaccio e il trapezista sa anche fare giocolerie, esseri nomadi, zingarescamente affamati di vita, mi prende uno struggimento totale quando varco quei tendoni, a percepire la fatica quotidiana di un vivere precario ma impeccabile” Marco Baliani

Marco Baliani è un nome che da solo evoca una stagione del teatro italiano, che con lui è nata e si è sviluppata, quella del teatro di narrazione. Una importante modalità teatrale che prende avvio dal suo splendido, e indimenticato, monologo “Kohlhaas”, scritto nel 1989 con Remo Rostagno, in cui era solo in scena seduto su una sedia a narrare una storia di ingiustizia sociale. Negli anni ha sviluppato una personale ricerca sull’arte del raccontare e sul rapporto tra oralità e scrittura realizzando come attore-narratore Storie (1988), Kohlaas (1989), Frollo (1993), Tracce (1996, spettacolo-conferenza da E. Bloch). Negli anni Novanta ha alternato spettacoli d’impianto epico-corale (Corvi di luna, 1989; Memoria del fuoco, 1992; Peer Gynt, 1994; Migranti, 1996; Gioventù senza Dio, 1997) e poi  Sakrifice nel 2000 per il progetto I Porti Del Mediterraneo, a un teatro politico e civile, originato da una poetica della memoria (Antigone delle città, 1991-92, realizzato a Bologna per l’anniversario della strage; Come gocce di una fiumana, 1994, ispirato alla prima guerra mondiale; Corpo di Stato, 1998, ricostruzione tra storia e autobiografia generazionale dei giorni del sequestro Moro).  Con Amref, nel 2002 Baliani intraprende il progetto formativo Acting from the street, realizzato con un gruppo di ragazzi di strada degli slums di Nairobi. Qui realizza Pinocchio Nero (Premio Ubu 2004) e L’amore buono. Una ballata ai tempi dell’Aids – che riscuotono un grande successo di pubblico e critica sia in Italia sia in Olanda.

A Pescara Marco Baliani è venuto più volte con diversi suoi spettacoli e con progetti più ampi come “Il Viaggiatore Incantato” sempre ospite del Florian Metateatro al quale lo lega un rapporto più che ventennale.

In seconda serata postPLAY – storie di teatri, appuntamento con Baliani, Bandini e con Cesare Chiacchiaretta, affermato musicista abruzzese in scena con la sua fisarmonica e compositore anche di diverse musiche dello spettacolo, e la partecipazione di Paolo Ferri per approfondire le storie legate agli artisti.

Biglietto intero 15€ ridotto 12€ /Prevendita online / Per info 393/9350933 085/2059278