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Maria Pia De Vito e Tigran Hamasyan Trio al Pescara Jazz 2022

da Redazione

maria pia de vitoPESCARA – La cinquantesima edizione del Pescara Jazz, festival organizzato e promosso dall’Ente Manifestazioni Pescaresi, con la direzione artistica di Angelo Valori, il 12 luglio al Teatro Monumento G. d’Annunzio, affida la sua apertura alla grande vocalist Maria Pia De Vito, che con il suo “Songs reloaded”, ripresenterà in elaborazioni nuove e contemporanee, capolavori dei cantautori inglesi, americani e canadesi del mondo anglosassone.

Il songwriting anglofono, sull’onda di una molteplicità di linguaggi, dal folk al jazz, al rock, ha prodotto brani indelebili, inni generazionali, melodie preziose e testi di livelli poetici altissimi. Penne potenti come quelle di Bob Dylan, Paul Simon, Joni Mitchell, Nick Drake, Tom Waits, Sting, solo per citarne alcuni, raccontano storie d’amore e di vita, incorniciate in invenzioni melodiche e armoniche incantevoli. “Songs reloaded” è dunque una collezione di grandi brani d’autore, reinterpretati dalla preziosa voce di Maria Pia De Vito e riletti ed impreziositi dagli arrangiamenti del direttore e compositore Angelo Valori alla guida della Medit Orchestra, con una formazione composta da archi e da una ritmica jazz.

De Vito, cantante, compositrice ed arrangiatrice, è un’instancabile esploratrice del linguaggio e degli stili musicali legati all’improvvisazione; i suoi interessi spaziano dal jazz alla tradizione classica e alla canzone popolare partenopea: una voce e una personalità artistica decisamente libere e straordinariamente moderne. Emersa artisticamente nel corso degli anni Ottanta, è arrivata al vertice del canto jazz italiano ed europeo.

Il Tigran Hamasyan Trio, che si esibirà nella seconda parte dell’appuntamento del 12 luglio con “StandArt”, è composto da giovani artisti, esponenti autentici del jazz puro, tra i più promettenti a livello mondiale.

Tigran Hamasyan, nato a Gyumri nel 1987, è un pianista e compositore armeno che alla guida di un trio, che vede Matt Brewer al basso e Justin Brown alla batteria, offre nuovi modi profondi di ascoltare vecchie melodie. Il suo “Softly, as in a Morning Sunrise” è un brivido virtuoso governato da brusche transizioni: un minuto il tempo è impietosamente veloce, il momento successivo scompare completamente.

Tra le cose straordinarie di “StandArt” c’è il modo in cui questi musicisti abbracciano gli audaci “tigranismi” che sono su tutte le sue opere originali: le vette che si infrangono, i momenti minacciosi di tensione crescente, la dissonanza di trame in collisione. Hamasyan non crea semplicemente un’altra interpretazione di uno standard, ma un mondo di realtà alternativa.

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