BUCCHIANICO – Il Prof. Mario Camillo Zappacosta nacque a Bucchianico, in “via del Corso”, il 28 giugno del 1901, da Serafino (trentaduenne “insegnante” – figlio di Camillo e Elisabetta Cocco) e da Camilla Sulpizio (trentaquattrenne “insegnante” – figlia di Fortunato e Filomena). L’atto di nascita fu certificato dall’allora Sindaco Consiglio Mammarella. I suoi genitori si erano sposati a Bucchianico il 23 aprile del 1900. Si laureò, con il massimo dei voti, a Napoli il 23 luglio del 1924. Nel 1925 requentò il Corso in malattie Nervose e Mentali. Fu assistente, 1929-1931, medico presso gli Ospedali Riuniti di Napoli. Fu poi sanitario dell’Istituto di Rigenerazione fisica della Pia Opera del Purgatorio ad Arco (dove divenne poi Direttore). Nel 1936 conseguì la Libera Docenza in Patologia Speciale Medica e Metodologia Clinica. Fu assistente nell’Istituto di Patologia Medica e poi in quello di Clinica Medica. Fu poi nominato Aiuto Onorario e poi assistente ordinario. Dal 1948 al 1953 all’Istituto di Microbiologia e di Patologia Generale.
Nel 1952 fu chiamato dall’Amministrazione dell’Ospedale dei Pellegrini a dirigere l’Ambulatorio di Medicina generale. Nel 1955 fu Primario Medico del Reparto di Medicina Generale. Socio della Società Italiana Medicina Interna dal 1937, fu autore di numerose pubblicazioni: quelli relativi alla teoria guanidinica della ipertensione arteriosa, le ricerche sui corpi aromatici nella insufficienza renale, gli studi sulla uremia, sulla reazione emoclasica, sulla sprue nostrale, sui mezzi di esplorazione della funzionalità epatica.
Ed inoltre: “Ulteriori osservazioni sul comportamento dei corpi creatinici”, “Patogenesi della Ipertensione” e “Una nuova prova di funzionalità epatica: la glicociamina”. Partecipò con il grado di Capitano alla Seconda Guerra Mondiale. Sposò a Napoli, il 18 luglio del 1934, Serafina Sogliano (figlia del Dottor Salvatore Sogliano, medico condotto del municipio di Napoli). Il Prof. Mario Camillo ZAPPACOSTA morì 16 novembre del 1964. Scrissero: “E’ scomparso uno degli ultimi eredi di quella gloriosa Scuola Medica Napoletana”.
A cura di Geremia Mancini – presidente onorario “Ambasciatori della fame”