PESCARA – Il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia, intervenendo sulla manovra del taglio delle Province contenute nella Spending Review, ha detto che tale manovra definita nelle ultime ore va decisamente nella direzione indicata dal centro-destra appena una settimana fa, ossia nella creazione in Abruzzo di sole due Province, quella de L’Aquila, capoluogo di regione, e quella che vedrà unificate Pescara, Chieti e Teramo, già denominata, secondo alcune notizie, la provincia ‘Adriatica’. Albore Mascia non ha dubbi sul fatto che Pescara dovrà svolgere il ruolo di capoluogo di provincia, trattandosi della città che conta la popolazione più numerosa, essendo di fatto il centro nevralgico regionale per traffici, cultura e turismo, oltre che la seconda sede istituzionale della Regione Abruzzo, e potendo contare su infrastrutture uniche in Abruzzo. A questo punto la mobilitazione di tutte le forze produttive e politiche del territorio diventa fondamentale.
Ha aggiunto il sindaco:
come previsto, con l’approvazione del Decreto, i contorni della vicenda diventano più chiari: di certo sappiamo che le Province abruzzesi da quattro dovranno diventare 2, di certo ci sono alcuni criteri base e sembra che a questo punto l’ipotesi formalizzata la scorsa settimana dal centro-destra, sull’unificazione delle tre province di Pescara-Chieti-Teramo, sia assolutamente valida, anzi sia già considerata come una ‘scelta obbligata’ da parte del Governo . Ora attendiamo solo le conferme ufficiali, ma è evidente che si tratterebbe della scelta più opportuna, parlando comunque di territori la cui vita economica oggi si sviluppa prevalentemente lungo la fascia costiera, e parliamo di economia turistica, industriale, commerciale, balneare e culturale. E’ evidente che ora si dovrà passare già alla seconda fase inerente la ripartizione territoriale, ossia la scelta del futuro Capoluogo di Provincia, una scelta che, al di fuori di ogni campanilismo, ci sembra più che evidente, considerando parametri di valutazione come la città più popolosa, o il motore economico dell’intero territorio regionale. In questi termini Pescara ha una posizione di assoluta centralità senza dimenticare, come ho personalmente ricordato anche nella lettera inviata una settimana fa al Governo e ai Ministeri delegati, che proprio a Pescara c’è la seconda sede istituzionale della Regione Abruzzo, una sede non casuale, ma indicata nello Statuto. E poi le infrastrutture e la facile accessibilità della nostra città, grazie alla presenza di un aeroporto, oggi scalo internazionale che negli ultimi giorni ha anche superato Ancona quanto a traffico passeggeri, della Ferrovia e dell’autostrada perfettamente collegata, senza dimenticare quel porto che intendiamo rilanciare utilizzando ogni mezzo a disposizione. Nel corso della settimana che si sta per chiudere ho avuto contatti con Associazioni e Organizzazioni di categoria, alle quali ho chiesto di affiancare gli Organismi istituzionali di Governo territoriale nella campagna informativa che intendiamo portare avanti per difendere il ruolo di ‘Pescara-capoluogo di provincia’. A questo punto già da lunedì lavoreremo per la costituzione di un vero e proprio Comitato, una Cabina di regia, composta da soggetti ‘interessati’ che dovrà interloquire con la Regione Abruzzo e con il Cal, chiamati ora alla fase più delicata, ossia la definizione della vicenda a livello territoriale, una fase che sicuramente vedrà scendere in campo tutte le forze della regione, alle quali ricordiamo però la necessità di affrontare la vicenda in un’ottica costruttiva e di logica, lasciando da parte il campanilismo, e lavorando nell’interesse dei nostri territori.
Anche il consigliere comunale Pdl Sospiri è intervenuto ieri sul taglio Province per Spending Review dicendo :
la manovra della Spending Review ha ribadito il taglio del numero delle Province, ma non ha detto che in Abruzzo sopravvivrà quella di Chieti con l’eliminazione di quella di Pescara. E alla luce dei criteri enunciati quest’oggi, prende ancora più forza l’ipotesi e la proposta enunciata sabato scorso dalla coalizione di centro-destra relativa alla creazione di un’unica grande Provincia che veda unite Pescara con Chieti e Teramo. Non solo: sulla base degli stessi criteri, è evidente che la scelta del futuro capoluogo di provincia ricadrà inevitabilmente sulla città di maggiori dimensioni quanto a popolazione residente, grandezza e soprattutto di facile accesso in termini di collegamenti viari, dunque Pescara non perderà il proprio ruolo. Definiti, ora, gli elementi base che regoleranno le scelte di enti locali e governo, il centro-destra intensificherà il proprio impegno per garantire la tutela di un territorio, quello di Pescara, che è evidentemente e indiscutibilmente il motore economico dell’intera regione.
Attendevamo tali notizie per avere un quadro più chiaro e definitivo circa i criteri che verranno utilizzati per la razionalizzazione delle future Province e il primo equivoco di fondo da chiarire è il contenuto della manovra stessa: il Governo ha detto che taglierà il numero delle Province, che diventeranno 40 con 10 Città Metropolitane, ma non ha scelto quali Province verranno soppresse o accorpate, quindi nessuno ha mai detto che Pescara verrà sacrificata rispetto a Chieti. Anzi, dopo la prima lettura della manovra, che comunque condividiamo nei propositi e nelle finalità, riteniamo ancora più fattibile e utile la costituzione della grande Provincia Pescara-Teramo-Chieti, che ci consentirebbe di razionalizzare la distribuzione territoriale evitando, come abbiamo ricordato sabato scorso, che alcune città del teramano abbandonino l’Abruzzo per chiedere ‘asilo’ alle Marche non avendo senso un accorpamento con L’Aquila. Ma soprattutto, prima di leggere ipotesi azzardate, è evidente che, seppur dovesse esserci un accorpamento solo tra Chieti e Pescara, la scelta del capoluogo di Provincia avverrà, anche in questo caso, tenendo conto di criteri oggettivi e indiscutibili, come la rilevanza della città nel panorama nazionale, il numero della popolazione residente, e ovviamente l’accessibilità del territorio in oggetto in termini di collegamenti viari, pensando ad autostrade, linee ferroviarie e aeroporto, tre requisiti che Pescara possiede senza ombra di dubbio. In altre parole, fatti i criteri, ora dovranno essere fatte le scelte che prevedono ancora dei passaggi politico-amministrativi che lasciano il dibattito assolutamente aperto.
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