Mercoledì 21 novembre prosegue la seconda giornata della 20^ edizione del Festival Internazionale del Cortometraggio “Scrittura e Immagine” organizzato dalla Fondazione Edoardo Tiboni e l’Associazione Culturale Ennio Flaiano, presso il Mediamuseum, Museo del Cinema di Pescara.
Dalle 16.00 alle 18.15 le proiezioni dei cortometraggi selezionati, tra i 2.200 arrivati e alle 18.30 Massimo D’Anolfi, videomaker, sceneggiatore e regista di origini pescaresi, presenta il suo ultimo documentario: “Blu” realizzato con Martina Parenti, proiettato all’ultimo Festival del Cinema di Venezia è un omaggio a tutti i lavoratori invisibili. L’incontro sarà moderato da Paolo Smoglica.
BLU che racconta un viaggio notturno e sotterraneo all’interno della TBM (Tunnel Boring Machine), il macchinario utilizzato per scavare i tunnel e le metropolitane di tutto il mondo. La partenza della TBM da una stazione e il suo arrivo alla successiva, segnano le tappe del film, un passaggio che va dal buio del lavoro sotto terra all’approdo in stazione, quando la rottura della paratia libera i lavoratori dalle viscere della terra e dalla loro notte infinita. Lo sguardo del film è rivolto ai luoghi normalmente inaccessibili e invisibili e mostra l’indissolubile legame tra uomini e macchine, tra alta tecnologia e lavoro manuale, tra sicurezza e paure ancestrali, tra programmazione e casualità.
Giovedì 22 novembre continuano le proiezioni dei corti selezionati dalle ore 16.00 alle 18.15 e alle 18.30 è la volta del film-documentario “Isis Tomorrow. The last soul of Mosul” di Francesca Mannocchi e Alessio Romenzi. Parlerà del documentario Romina Remigio.
Isis, Tomorrow ripercorre i mesi di guerra attraverso le voci dei figli dei miliziani addestrati a diventare kamikaze, ma anche delle loro vittime e di chi li ha combattuti. Oggi i figli dei combattenti sono bambini che portano sulle spalle il peso di essere stati educati a uccidere i propri vicini e far sopravvivere l’ideologia per farla rinascere dalle ceneri dei padri. Isis, Tomorrow segue i destini delle famiglie sopravvissute dei combattenti nella complessità del dopoguerra in cui il sangue della battaglia lascia spazio alle vendette e alle ritorsioni quotidiane, alla violenza come sola risposta alla violenza.