Un’idea, come ha ricordato lo stesso Ranieri dal palco del teatro D’Annunzio, venuta in mente al suo produttore Mauro Pagani, e che l’ex scugnizzo ha abbracciato con convinzione reclutando “la Nazionale italiana del jazz”, come lui stesso definisce i propri compagni di viaggio, tra cui figurano musicisti di prim’ordine quali Rita Marcotulli al pianoforte, Enrico Rava alla tromba e Stefano Di Battista al sax.
Il concerto è stato semplicemente straordinario, con un Ranieri vocalmente in gran forma, pronto a duettare con i virtuosismi dei jazzisti che lo accompagnavano. Non altrettanto straordinaria è stata una parte della platea, che molto probabilmente non ha neanche capito a cosa stesse assistendo; ne è stata riprova la scarsa attenzione riservata alle singole performances, soprattutto quelle di Rava e soci. Tradotto in parole povere, quando partivano i loro assoli (prerogativa del jazz, è bene ricordarlo a certi ignoranti) gli spettatori si mettevano tranquillamente a chiacchierare tra di loro, come se la cosa in quel momento non li riguardasse.
Evidentemente un certo pubblico nazional-popolare proprio non ci riesce a rendersi conto che il suo amato Massimo, all’alba dei 65 anni di età (tra l’altro portati benissimo), ha il sacrosanto diritto di misurarsi anche con qualcosa di diverso da “Perdere l’amore” e “Vent’anni” (incredibile ma vero, qualcuno ha persino invocato l’esecuzione di questo brano, che in un simile contesto non c’entrava assolutamente nulla).
Al di là di questa spiacevole parentesi, va rilevato che il Pescara Jazz 2016, grazie a tale live, ha scelto di terminare davvero al top. Gli omaggi non sono mancati: Roberto Murolo (‘Na voce ‘na chitarra e ‘o poco ‘e luna), Renato Carosone (Torero, Tu vo fà l’americano, ‘O sarracino), Fred Bongusto (Doce doce), ma anche Domenico Modugno (Resta cu ‘mme) e Pino Daniele (con cui, tra l’altro, la Marcotulli ha suonato per tanti anni), ricordato con ‘Tutta n’ata storia’.
Pregevole la versione piano e tromba di ‘Malafemmena’, proposta dall’artista partenopeo con il solo ausilio di Rita Marcotulli ed Enrico Rava. A un certo punto gli urlano: “Sei meglio di Higuain!” (proprio in quelle ore si parlava sempre più insistentemente del passaggio dell’attaccante argentino dal Napoli alla Juventus) e lui, con grande ironia, risponde: “Una volta mi dicevano: “Sei meglio di Maradona”. Si vede che sto invecchiando!”. In realtà il tempo sembra non essere mai passato per uno come Ranieri, e quanto visto a Pescara l’altra sera non ha fatto altro che confermarlo.
SCALETTA
Spiga ‘e grano
Anema e core
Dove sta Zazà
‘Na voce ‘na chitarra e ‘o poco ‘e luna
Tammurriata nera
Accarezzame
Aumm Aumm
Malatia
Torero
Luna caprese
Tu vo fà l’americano
Malafemmena
Tutta n’ata storia
Luna rossa
Uè uè che femmena
BIS
Resta cu ‘mme
Doce doce
‘O sarracino
Foto a cura di Giada Di Blasio
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