GIULIANOVA – La pandemia, e la crisi mondiale economica e sanitaria che ne è seguita, ha messo in luce, anche agli occhi dei meno attenti, quanto sia necessario trovare nuovi strumenti per conoscere e governare le dinamiche globalizzate. Le minacce più inquietanti, quelle che non vediamo, arrivano da legami non immediatamente evidenti tra attività criminali e terrorismo, dalle guerre che si combattono senza armi, sabotando sistemi informatici, trafugando dati sensibili, manipolando l’informazione, mettendo fuori uso – senza usare alcuna arma – infrastrutture strategiche.
Per fronteggiare queste minacce occorrono nuove competenze e nuove figure professionali da inserire in contesti istituzionali ma anche in quelli privati industriali e strategici per la sicurezza nazionale (basti pensare agli interessi che ruotano attorno ai brevetti sanitari, ai vaccini e a tutti i crimini ambientali legati alla gestione dei rifiuti).
Attorno a queste riflessioni è nato il Master Executive in Environmental Crime and Terrorism Intelligence che partirà in autunno. L’obiettivo è quello di formare la nuova figura del Crime Environmental Intelligence Analyst: una professionalità con competenze interdisciplinari che svolge analisi esplorative sui dati, misurandosi con essi sul campo e implementando modelli statistici complessi, in grado di formulare analisi predittive utilizzando i metodi tipici dell’investigazione e dell’Intelligence. Il Master, nel suo primo anno, presenta un focus specifico sui reati ambientali e sulle connessioni fra ecomafie e terrorismo internazionale, per affrontare con un approccio olistico le molteplici minacce che provengono dai crimini ambientali, inseriti tra le priorità dell’EU Policy Cycle 2018-2021 come forme criminali di maggiore impatto per l’Unione Europea.
“Non è solo un master, ma un progetto. Senza competenze non c’è legalità e non c’è sostenibilità, da questo punto di vista l’Italia deve recuperare terreno anche nella collaborazione fra pubblico e privato – ha dichiarato Emanuela Somalvico, analista dei fenomeni corruttivi presso la struttura Commissariale Bonifica siti inquinati e direttrice scientifica del Master – in Italia, rispetto ai crimini ambientali, c’è stato fino ad oggi un approccio manicheo prettamente giuridico e ambientalista. Mancano le figure di raccordo, un metodo di indagine interdisciplinare che riesca a rintracciare i collegamenti con le reti criminali internazionali e il terrorismo”.
Ad aprire il master con una lectio magistralis sarà il generale dei Carabinieri, Giuseppe Vadalà, Commissario Unico per la realizzazione degli interventi di bonifica dei siti inquinati. “Oggi più che mai non ci sono confini – ha dichiarato durante la presentazione del progetto – sia per gli aspetti ambientali ma anche per quelli sociali e finanziari. L’approccio all’indagine diventa olistico: bisogna essere in grado di fare analisi preventive e predittive, di intercettare l’enorme mole di dati che passa in rete, di pianificare le fasi operative in collaborazione con strutture nazionali e internazionali”.
“Tutto questo è raccontato molto bene dal rapporto Europol appena uscito – ha sottolineato Marco Santarelli, direttore scientifico di Res On Network e responsabile di IC2 Lab – nel 2020, le organizzazioni terroristiche hanno tentato di sfruttare la pandemia globale per diffondere propaganda di odio ed esacerbare la sfiducia nelle istituzioni pubbliche. I terroristi sfruttano ogni opportunità per erodere le strutture democratiche, diffondere la paura e polarizzare la società. Penso di poter affermare che il Master rappresenta la prima risposta formativa con questo grado di interdisciplinarità e considerata la qualità e l’autorevolezza internazionale dei docenti”.
L’iniziativa è stata presentata con un webinar che ha visto la partecipazione del responsabile della formazione del Master, Enzo Argante, responsibility editor Forbes Italia, di Walter Ganapini, direttore onorario del Master e membro onorario dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, e di alcuni degli autorevoli docenti: William Nonnis, Ministero della Difesa; Francesco Capone, già colonnello dell’Arma ed esperto di sicurezza ambientale; Eraldo Vaccargiu, presidente Evodigitale e BIOTAI; Anna Villani, security manager; Marco Letizi, Esperto Commissione Europea; Antonio Pergolizzi, analista ambientale e giornalista; Luca Rinaldi, giornalista “Irpimedia”; Franco Iacch, analista esperto in terrorismo, sicurezza e difesa; Ranieri Razzante, presidente AIRA e direttore CRST; Giordano Pielorenzi, direttore Poliarte di Ancona; Giampaolo Estrafallaces, consigliere senior Banca D’Italia; Stefano Piazza, imprenditore, giornalista e saggista svizzero; Ivo Velletrani, Sogin; Pina Manente, giornalista, esperta comunicazione pubblica e di crisi, nonché di Alessandro Manfredini, direttore della sicurezza A2A.
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