LA RICOSTRUZIONE – Renzi, dal canto suo, ha garantito che ora i soldi per la ricostruzione ci sono (6 miliardi di euro stanziati dal Cipe a ridosso di Ferragosto per i Comuni del Cratere) e ha detto no “agli annunci show e alle comparsate: L’Aquila è già stata sufficientemente resa mediatica, anche per alcuni aspetti positivi. Sull’argomento ricostruzione possiamo certamente contare sulla tenacia di Paola De Micheli, che sembra un’abruzzese più di un abruzzese vero”. Secondo l’ex sindaco di Firenze, è stata “buona” l’idea di fare il G8 nel capoluogo regionale abruzzese.
PERCHE’ HA ASPETTATO COSI’ TANTO? – Il capo del governo ha spiegato di non aver voluto mettere piede in città, in precedenza, perchè “non mi era chiaro lo scenario”: “Sono appassionato di comunicazione, ma credo che in questa fase bisogna e si può diventare attivi”. Per Renzi bisogna dire “sì a soluzioni di merito con discussioni aperte. I denari ora ci sono. Preoccupiamoci di far partire tanti cantieri, ma farli”. E su questo fronte Renzi ha proposto una verifica periodica sui luoghi di ristrutturazione per fare “un punto sistematico della situazione dando massima apertura e trasparenza. Ciò significa anche verificare passo dopo passo la situazione economica della provincia”.
LA BATTUTA SUI TIFOSI DEL TERAMO – Il presidente del consiglio si è poi lasciato andare a una battuta che ha fatto infuriare il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, e più in generale tutti i teramani: parlando delle contestazioni che hanno accolto la sua visita a L’Aquila, Renzi ha infatti detto che “parte dei contestatori sono tifosi del Teramo in serie D”. Brucchi, dal suo profilo Facebook, chiede le dimissioni del premier: “Gravissime le dichiarazioni di Renzi sui tifosi del Teramo e sul Teramo calcio. Ride e irride il Teramo e la sua delicata situazione”. Anche Maurizio Angelotti (segretario dell’Unione Comunale PD) e Gianguido D’Alberto (capogruppo del PD in consiglio comunale) esprimono il proprio dissenso: “Caro Matteo – scrivono in una lettera aperta – devi scusarti per la battuta, perlomeno infelice, pronunciata ieri a L’Aquila, perché la nostra città sta vivendo mesi di grande tensione per le vicende legate alla squadra e all’obiettivo della serie B mai raggiunto in 102 anni di storia, un obiettivo dai risvolti non solo sportivi ma anche economici e sociali che sta sfumando sotto i colpi di una giustizia sportiva perlomeno approssimativa. Il giudizio sulle sorti del Teramo è ancora aperto e siamo in attesa dell’udienza di appello che ci auguriamo faccia finalmente chiarezza e giustizia”.
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