CHIETI – Intervenuto in qualità di premiato alla XIV edizione del Premio Prisco, svoltasi a Chieti, Maurizio Stirpe, presidente del Frosinone Calcio, ha voluto ringraziare la giuria. Ma il suo “grazie” è andato anche e soprattutto tutti i suoi collaboratori perchè l’importante riconoscimento è il frutto di un percorso iniziato 15 anni fa che va a premiare tutto il lavoro svolto in questo lasso di tempo. Secondo lui è il risultato di una visione del calcio che può sembrare ingenua sotto certi aspetti ma alla quale la società ciociara è profondamente ancorata.
A suo parere, il calcio deve essere visto come un momento di aggregazione, in cui si cementa l’identità di un territorio, di una città e si rappresenta un dovere del ceto dirigente. É convinto che in questo senso a Frosinone si sia intrapresa una strada virtuosa, perchè quando si riescono a portare 15 mila persone allo stadio in una città che ne conta 47mila significa che la direzione è quella giusta e che la gente ha piacere di andare allo stadio per assistere allo spettacolo. Stirpe ha espresso l’impegno della società di proseguire su tale linea per cercare di non spezzare la simbiosi che si è venuta a creare tra i tifosi e la squadra.
Per quanto concerne lo stadio di proprietà Stirpe ha dichiarato che è il frutto dell’impegno, preso dalla società tre anni fa quando si era trovata a un passo dalla Serie A, di investire i soldi provenienti dai diritti televisivi nell’infrastruttura. Con quelle risorse si è realizzata buona parte dello stadio che poi, grazie alla collaborazione del Comune, è stata completata.
Secondo lui la scelta è stata molto azzeccata perché ha consentito al Frosinone di avere un futuro mentre diversamente, nel tempo, sarebbe stato costretto ad emigrare altrove. Anche la città si ritrova oggi un’opera che difficilmente avrebbe potuto realizzare in un altro modo. Tutto questo ha portato a sacrificare la possibilità di potenziare la squadra di calcio ma, a suo parere, ne è valsa ampiamente la pena.
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