L’installazione di Emanuela Giacco accoglierà i visitatori nella corte a esedra di Palazzo Ardinghelli fino al 21 aprile
L’AQUILA – Due grandi ali di farfalla azzurre come la libertà e grigie come la roccia accoglieranno i visitatori, da oggi al 21 aprile, nella corte a esedra di Palazzo Ardinghelli: è In un battito d’ali di Emanuela Giacco, opera commemorativa che il MAXXI L’Aquila ha scelto per ricordare i 15 anni dal sisma che il 6 aprile 2009 ha sconvolto la vita del capoluogo abruzzese e di altri 55 comuni.
L’installazione, che ha ricevuto il patrocinio e il contributo del Comune dell’Aquila, è stata inaugurata questa mattina alle 11.00. All’opening hanno partecipato il Presidente della Fondazione MAXXI, Alessandro Giuli, il Sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi e l’artista, Emanuela Giacco aquilana di nascita che al dramma del 6 aprile ha dedicato questo lavoro.
“La Fondazione MAXXI condivide con la comunità aquilana il momento solenne del quindicesimo anniversario del sisma. Ci siamo posti in ascolto di tanti soggetti di questo territorio, condividendone le speranze per il futuro e sostenendoli affinché si completi l’opera di ricostruzione materiale e sociale. Sebbene ci sia ancora da fare, L’Aquila è un modello positivo di ricostruzione, basato sulla tenacia delle popolazioni colpite, sulla solidarietà dell’intero Paese, sulla capacità di programmazione degli interventi e gestione delle risorse, un esempio a cui ispirarsi per ricostruire anche altri territori colpiti da tragedie simili.
Desideriamo che L’Aquila sia osservata con interesse per la sua scelta coraggiosa di investire e ricostruire puntando sull’arte e sulla cultura come forze aggreganti e trainanti, come tratti identitari della comunità” dice il Presidente della Fondazione MAXXI, Alessandro Giuli.
Conferma il Sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi: “La cultura ha rappresentato la forza propulsiva della ricostruzione sociale e fisica e siamo grati ai tanti che, come il MAXXI, hanno portato il loro contributo, innescando interazioni con il territorio, valorizzandone i molteplici aspetti e le diverse risorse che esso è in grado di esprimere. Anche per questi motivi il rapporto con il MAXXI L’Aquila è ormai di quelli imprescindibili per la città e la municipalità. L’arte, come nel caso dell’opera dell’aquilana Giacco, può costituire un valore aggiunto per la ricostruzione post-terremoto, proiettando L’Aquila sul panorama nazionale ed europeo. Un percorso a cui contribuiranno anche le attività che abbiamo previsto per il 2026, anno in cui L’Aquila sarà Capitale italiana della cultura, previste nel progetto di candidatura e che anche il MAXXI contribuirà a realizzare”.
L’arte, dunque, come forza di ricostruzione, è questo il messaggio positivo che parte dal MAXXI L’Aquila ed è lo stesso espresso dall’opera In un battito d’ali, simbolo dell’anima, della trasformazione, della speranza, della bellezza e, allo stesso tempo, dell’inconsistenza della felicità. La farfalla è emblema di rinascita, vola dopo aver superato l’isolamento e la costrizione vissute da ciascun individuo toccato dal terremoto, un essere solo, che nel buio si congeda dalla sua prima esistenza e si prepara al futuro. Il filo che ha generato il bozzolo diventa materia delle nuove ali: i nodi delle cime nautiche di recupero utilizzate dall’artista simulano le relazioni fra gli individui: una rappresentazione “dell’Io” che si collega al “Tutto”, una scintilla di energia che fa parte di un disegno più ampio.
Dice l’artista aquilana Emanuela Giacco: ”È per me un grandissimo onore ed una forte emozione presentare l’opera commemorativa che ho progettato e definito per ricordare il quindicennale del sisma e le vittime alle quali va il mio primo pensiero. Il terremoto ha trasformato la vita di noi tutti, ci ha tolto molto ma ha anche insegnato tanto: la fugacità della vita, il rispetto per il dolore degli altri, il senso di comunità, il bisogno della trasformazione e del cambiamento, come quello del bozzolo, il significato della parola rinascita, la stessa della farfalla evocata dalle ali della mia opera”.