PESCARA – Sarà inaugurata ,oggi,16 ottobre alle ore 18.00,presso il Mediamuseum di Pescara, Piazza Alessandrini, la mostra Enio D’Incecco” Pittura come meditazione”. La mostra,curata dal critico Leo Strozzieri, rimanà aperta fino al 29 ottobre (ingresso libero, apertura 10,30-12,30 / 17- 19, catalogo in omaggio).Protagonista della cosiddetta Scuola Artistica Pescarese, che nel dopoguerra operò attorno alla figura carismatica di Giuseppe Misticoni, Enio D’incecco presenta, per la prima volta nella sua città natale, un’antologia del suo itinerario artistico con opere iconiche degli esordi a cui faranno seguito opere di ricerca astratta.
La mostra in oggetto è una raccolta di opere che parte dalla metà degli anni cinquanta quando l’artista, come tanti suoi colleghi, praticava un iconismo naturalistico, per arrivare alla produzione recente estremamente lirica e spiritualistica nella sua modularità astratta.
Appartengono al primo periodo le stupende opere “L’uomo e il gatto”,“Marina di notte”, ‘Termoli marina”, ove il rapporto dialogico con la realtà esterna mai avviene con intento reportagistico, essendo egli convinto che dei due interlocutori il ruolo di prima donna spetta al soggetto che quella realtà contempla, ammira, legge, interpreta.
D’incecco non riproduce la realtà esterna, ma ne propone una personale interpretazione: si accorge che la natura è percorsa da un flusso vitalistico, in preda talora alla bizzarria del caso, energetica al limite della proliferazione anarchica dei segni.
Per quanto riguarda poi la seconda fase della ricerca pittorica dell’artista, va detto che essa è stata influenzata dalla poetica infonnale e dalla filosofia zen, intesa appunto, come recita il titolo dell’esposizione quale introspezione e desiderio di ascesi. Il modulo grafico sempre ricorrente nelle sue opere, simile ad un ottovolante significa proprio questo percorso di scandaglio interiore.
Ma ecco ora una breve scheda biografica dell’artista.
Enio D’incecco è nato a Pescara nel 1937. Inizia la sua carriera artistica di docente e pittore negli anni ‘50-’60 quando entra a insegnare nel Liceo Artistico della sua città divenendo, come si è detto, autorevole protagonista della Scuola Artistica pescarese. Sarà poi docente in Licei Artistici e Istituti d’Arte di Porto 5. Giorgio, Roma, Fano, Fabriano e infine preside al Liceo Artistico di Lovere. Visto il periodo storico del secolo scorso nel quale si trovò ad operare, la sua ricerca pittorica non poteva non riservare grande attenzione alla poetica informale, sebbene coniugata in modo del tutto singolare, poiché vivificata dal pensiero zen e da ricerche sull’ambiguità tridimensionale.
La sua attività espositiva vanta numerose personali come quella tenuta alla Taverna Ducale di Popoli nel 2005. Memorabile anche quella organizzata ad Arcevia, cittadina marchigiana nella quale ha risieduto per diversi anni insieme allo scultore Edgardo Mannucci, nel 1992, e curata da Mariano Apa. Per quanto concerne le rassegne che lo hanno visto protagonista, si ricordano i Premi Michetti, Modigliani, San Marino, Spoleto, Marche, Salvi, Termoli, Teramo, Vasto, Frattamaggiore, Avezzano, Sulmona, Villa San Giovanni, e così via. Nel 2003 ha iniziato a lavorare sul progetto d’istituire il Museo Edgardo Mannucci in Arcevia, realtà che poi si concretizzata. Nel 2005 è tra gli espositori presso la Galleria Civica di Tennoli alla mostra “Le due rive”. Sue opere sono state acquisite dalla Pinacoteca Francescana di Falconara Marittima, dal Museo Internazionale di MAIL ART dell’Aquila presso il Palazzetto dei Nobili, dalle Pinacoteche civiche di Termoli, Pianella e Prata d’Ansidonia. Delle numerose affermazioni, vanno ricordati il III Premio ex aequo alla IV Biennale dell’Aquila nel 1963 e il Premio Fondazione Michetti nel 1959. Numerosi studiosi e colleghi si sono interessati alla sua pittura. Tra questi: Francesco Arcangeli, Alberto Burri, Duilio Morosinì, Arturo Bovi, Antonio Bandera, Germano Celant, Aleardo Rubini, Franco e Gabriele Simongini, Elverio Maurizi. Nerio Rosa, Benito Sablone, Leo Strozzieri, Annamaria Cirillo, Giammario Sgattoni.