PESCARA – Gianni Melilla, segretario regionale di Sinistra Ecologia e Libertà, interviene sul problema delle esplorazioni petrolifere in Adriatico con un comunicato in cui critica il presidente Pagano per la polemica con il presidente Vendola ed auspica che le forze ambientaliste promuovano una ampia mobilitazione unitaria a difesa del nostro mare.
Si legge nel comunicato:
La Prestigiacomo autorizza le trivellazioni esplorative a 12 Km dalla costa abruzzese
Ben venga la convocazione congiunta dei consigli regionali di Abruzzo, Molise e Puglie contro le trivellazioni petrolifere nel mare Adriatico, annunciata dal Presidente Pagano. Ma la polemica di Pagano contro il Presidente Vendola accusato di fare demagogia è una grave caduta di stile istituzionale.
Pagano parla più da esponente della destra berlusconiana che da Presidente super partes del Consiglio Regionale. Vendola da anni si batte per la difesa dell’ambiente marino ed è impegnato nel confronto col Governo nazionale per impedire che il Ministro del PDL Prestigiacomo autorizzi la ricerca del petrolio attraverso devastanti e imponenti progetti di trivellazioni di centinaia di kilometri quadrati del mare adriatico, che non risparmiano neanche aree pregiate come le Isole Tremiti. La Regione Abruzzo un anno fa ha inviato al Parlamento una proposta di legge per impedire le trivellazioni. Benissimo, ma tutti sappiamo che l’efficacia delle proposte di legge ad iniziativa dei parlamentari, del consigli regionali o popolari è del tutto relativa . Sono migliaia i progetti di legge giacenti in Parlamento. Ciò ovviamente non toglie il valore positivo della pdl approvata dal Consiglio Regionale dell’Abruzzo, ma non impedisce che i progetti di trivellazioni vadano avanti.
Occorre ben altra volontà politica e forse il PDL abruzzese farebbe bene a incontrarsi col Ministro Prestigiacomo e con i capigruppo parlamentari per proporre alla sua maggioranza parlamentare di modificare la legislazione che consente le attuali autorizzazioni alle trivellazioni. Ma evidentemente il PDL nazionale è impegnato in ben altre faccende legislative con il Parlamento bloccato sulle varie leggi e leggine ad personam che interessano il presidente Berlusconi.
Al di là di ogni polemica, è necessario sviluppare la più ampia iniziativa sociale, istituzionale, politica e scientifica per impedire la m orte del mare adriatico e dunque occorre unire le forze e non disperderle in contrapposizioni sterili.
Non dimentichiamo che la compagnia PETROCELTIC con il via libera degli uffici del Ministro dell’Ambiente Prestigiacomo che hanno detto si anche alla valutazione di impatto ambientale (!), può trivellare alla ricerca di petrolio un’area marina di 496 km quadrati ad appena 12 km dalla costa di Pescara, Montesilvano e Francavilla.
E’ in discussione il futuro dell’ambiente marino, vista la enorme fragilità del mare adriatico che è un mare chiuso, quasi un lago.
Compromettere l’equilibrio ecologico del mare adriatico significa anche dare in grande colpo alle attività economiche collegate: dalla pesca al turismo e alla balneazione
La costa adriatica ha protetto una larga parte del suo territorio dal parco nazionale della costa dei trabocchi all’area marina nazionale del Cerrano, alle riserve regionali di Puntaderci, delle leccete del Sangro, della Pineta Dannunziana, del Borsacchio, alla riserva statale della Pineta di Santa Filomena a Montesilvano. E’ un continuum di costa adriatica di grande valore ambientale su cui puntare per rilanciare il turimo abruzzese. Presentarci con le piattaforme petrolifere a pochi km dalle spiagge è quanto di più sbagliato si possa pensare. SEL proporrà alle forze ambientaliste di promuovere una ampia mobilitazione unitaria che coinvolga le Istituzioni locali e le popolazioni affinchè questi progetti siano battuti, come siamo stati in grado di fare con altri devastanti progetti della destra berlusconiana tipo la terza galleria del Gran Sasso o la vendita delle acque dei fiumi abruzzesi alla Puglia.
Per questo bisogna unire le forze di tutti coloro che non si piegano alla ipocrisia di un Ministro dell’Ambiente che autorizza le trivellazioni concedendo il VIA tramite il CIRM (Comitato ministeriale degli esperti).