L'Aquila

“Memoria e diletto”, Amalia Sperandio in mostra a L’Aquila

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Grande successo per l’esposizione, in prima nazionale, sulla fotografa aquilana d’inizio Novecento, a Palazzo Fibbioni, 27 ottobre – 9 novembre 2016

L’AQUILA – Un grande successo la Mostra sull’arte fotografica di Amalia Sperandio, allestita a L’Aquila nello splendido Palazzo Fibbioni ed inaugurata il 27 ottobre scorso, con l’intervento di Francesca Pompa, presidente One Group Edizioni, Cesare Ianni, presidente dell’associazione Jemo ‘nnanzi, Liliana Biondi, già docente dell’Università dell’Aquila, Ernesto Di Renzo, docente Università di Roma Tor Vergata, moderatore Angelo De Nicola, giornalista e scrittore. L’evento ha destato un vasto interesse per una Fotografa di grande valore, ancorché poco conosciuta. Dunque un’occasione straordinaria per scoprire il talento di questa raffinata Artista si offre a chi non ha visitato ancora l’esposizione, che resta aperta fino al 9 novembre 2016.

La Mostra “Memoria e diletto”, che espone in prima nazionale gli inediti scatti della fotografa aquilana Amalia Sperandio, offre un singolare spaccato storico e sociale del primo Novecento, a L’Aquila e dintorni. Ma la cifra di un’Artista di rara sensibilità come la Sperandio riesce a rendere compiutamente l’idea di un’epoca, con istantanee di luoghi, volti ed abitudini d’un ambiente cangiante e suggestivo della Provincia italiana. Davvero uno scrigno d’inimmaginabili tesori d’arte fotografica, per oltre un secolo conosciuti solo da una ristretta cerchia d’amatori ed ora finalmente venuti alla luce in un’intrigante rassegna espositiva che sta destando larga eco tra gli appassionati e cultori di questa disciplina artistica, e non solo.

Amalia Sperandio (Corfù, 1855 – L’Aquila, 1948), è una personalità eclettica, una pioniera della fotografia. Donna tenace e dotata di raffinata sensibilità, vissuta a cavallo di due secoli, riuscì a trasformare la sua passione in arte e l’arte in mestiere. Un singolare personaggio femminile che in un tempo caratterizzato dai conformismi sociali ha saputo vincere i pregiudizi e precorrere i tempi, cimentandosi magistralmente nell’attività fotografica, all’epoca d’esclusiva pertinenza maschile. Dunque, una vera antesignana dell’emancipazione femminile, nell’arte e nel costume.

E’ interessante scoprire, infatti, come il talento della Sperandio sia nato dalle molte difficoltà che la vita non le ha risparmiato dopo la morte del padre, a Napoli, che con l’attività di libraio aveva permesso ad Amalia di frequentare ambienti raffinati della colta società partenopea e d’intraprendere studi letterari e musicali. Le disavventure della vita la riportarono all’Aquila, a Preturo, paese d’origine della famiglia, insieme alla madre ormai anziana, quasi prive ambedue di mezzi di sostentamento. Alla fine dell’800 la miseria e l’isolamento trasformarono Amalia nei modi, senza intaccare la sua sensibilità. La famiglia Leosini, antica stirpe aquilana, legatasi a lei da affettuosa amicizia, le offrì ospitalità.

Con la sua voglia d’emozionare e il gusto di catturare immagini, Amalia affinò le competenze tecniche dello sviluppo e della stampa fino a pubblicare, con le sue foto, cartoline dell’Aquila e dintorni, con senso artistico e perfezione fotografica. Voleva emozionare, documentando un territorio di cui aveva già intuito la valenza e la suggestione per essere raccontato, guardato e promosso. Una volta migliorate le sue condizioni economiche, Amalia Sperandio riuscì a sperimentare nuovi processi, come il colore con le lastre Autocrome Lumiere. Divenne, inoltre, fotografa ufficiale delle famiglie nobili aquilane, soprattutto dei marchesi Dragonetti de Torres, della quale famiglia ha lasciato una messe di immagini nei palazzi gentilizi cittadini e nelle belle dimore esterne, come la splendida Villa Dragonetti a Paganica.

La Mostra “Memoria e diletto” propone solo un entusiasmante assaggio del patrimonio d’immagini che Amalia Sperandio ha lasciato in eredità alla città dell’Aquila e che presto vedrà la luce nell’omonimo volume di prossima pubblicazione a cura della ONE GROUP Edizioni. Gli scatti in esposizione raccontano la vita quotidiana del popolo aquilano che si caratterizza per realismo e passione, scorci di una città che profumano di nostalgia e che non ci sono più. Ancor più preziosi gli scatti dell’artista oggi, quando la comunità aquilana va ricostruendo faticosamente, dopo la terribile prova del terremoto del 2009, il puzzle della sua memoria civica, della sua identità, del suo straordinario patrimonio d’arte. E dei talenti aquilani, che tale patrimonio hanno contribuito a costituire ed accumulare. Tra questi sicuramente un posto di rilievo spetta ad Amalia Sperandio.

La Mostra, patrocinata dal Comune dell’Aquila, realizzata da ONE GROUP e dall’associazione Jemo ’nnanzi – gruppo aquilano di azione civica che per primo ha coordinato la raccolta delle immagini da diversi collezionisti privati – nell’ambito di “Abruzzo Open Day Winter”, resterà aperta al pubblico fino al 9 novembre, la mattina dalle 9.30 alle 13.30 e nel pomeriggio dalle 16.00 alle 19.30, presso la Sala Esposizioni di Palazzo Fibbioni, sede provvisoria della Municipalità, in via San Bernardino 1.

Cesare Ianni, esponente di punta dell’associazione Jemo ‘nnanzi, auspicando che la Mostra possa diventare itinerante in Italia, affida ad Amalia Sperandio ed alla sua arte il ruolo di “ambasciatrice dell’Aquila”, per la forza e la suggestione della sua Fotografia. In altra occasione aveva affermato che probabilmente neanche gli Alinari potrebbero vantare una donna con il temperamento e il talento artistico della Sperandio.

L’invito a visitare la Mostra, infine, non è solo dettato dall’opportunità di meglio far conoscere attraverso immagini fotografiche di gran pregio la storia e il costume della Città in un periodo assai significativo del Novecento, arricchendo peraltro il copioso elenco di visitatori che hanno ritenuto di onorare questo evento artistico, ma soprattutto dall’interesse che il contatto diretto con le opere può rivelare di questa straordinaria Fotografa, la quale poco o nulla ha d’invidiare ai grandi nomi di questa meravigliosa Arte.

(a cura di Goffredo Palmerini)

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