L’AQUILA – “A due anni dal referendum che ha democraticamente ed inequivocabilmente indicato la volontà della maggioranza dei cittadini di costituire la Grande Pescara, il Presidente D’Alfonso ha appena presentato due progetti di legge per boicottarne la realizzazione”.
Questo il commento del Consigliere regionale del M5S, Riccardo Mercante, dopo aver letto i testi dei due progetti di legge di istituzione del Nuovo Comune di Pescara che “curiosamente – nota Mercante – hanno entrambi la firma degli stessi proponenti: D’Alfonso e i fedelissimi alla linea Mariani, Gerosolimo, Pepe, Berardinetti, Di Nicola, Pietrucci.
Già il fatto che manchi la firma dell’Assessore Sclocco, l’unica componente della Giunta eletta a Pescara insieme a D’Alfonso, e che gli altri firmatari siano tutti Consiglieri regionali eletti nella Provincia dell’Aquila, la dice lunga sulla qualità e la genuinità dell’intenzione di dare seguito realmente alla volontà dei cittadini di istituire un nuovo Comune di Pescara più efficiente, più popoloso e meno oneroso per le tasche dei cittadini.
Con la solita abitudine di gettare fumo negli occhi, D’Alfonso oggi supera se stesso e arriva a presentare due, confusissimi, progetti di legge: il primo che snellisce relativamente le procedure e fissa la data di istituzione del Comune della Nuova Pescara a decorrere dal 1 gennaio 2019. Salvo che i consigli dei Comuni interessati, Pescara, Montesilvano e Spoltore, abbiano qualcosa da ridire rispetto a ciò che hanno già stabilito democraticamente i loro concittadini.
Il secondo progetto di legge, con gli stessi firmatari, rende invece la procedura di Istituzione della Grande Pescara ancora più farraginosa, riempiendola di pareri preventivi, valutazioni, passaggi e scadenze nelle aule comunali con l’intento, evidente, di procrastinare all’infinito la realizzazione di ciò che vogliono i cittadini.
Questa operazione non solo è un insulto a tutti pescaresi che, due anni fa, si sono recati alle urne convinti di poter esprimere un parere, così come previsto dalla Costituzione, madenuncia, ancora una volta, la volontà dei Partiti italiani di essere interessati solo alla sopravvivenza dei vari poltronifici, mantenuti esclusivamente per meri calcoli politici e che nulla hanno a che fare con concetti come economicità ed interesse generale”.
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