Il pianista abruzzese 20 marzo 2010 alle ore 18 suonerà alla Maison des Arts
L’abruzzese Michele Di Toro, affermato pianista jazz, tornerà ad esibirsi nella sua terra il 20 marzo 2010 alle ore 18 nella Maison des Arts di Pescara,per poi riprendre il suo tour mondiale da Londra. Di Toro, infatti, si esibisce regolarmente nei più famosi teatri internazionali e nei jazz club da solo ed in trio ma il suo eclettismo lo induce anche ad affiancarsi in contesti diversi come l’orchestra.
Fin da piccolo ha mostrato la sua predispodizione verso la musica, in particolare il pianoforte che ha perfezionato diplomandosi con lode in Italia, poi ha proseguito i suoi studi presso L’Ecole Normale de Musique ‘Alfred Cortot ‘di Parigi conseguendo il Diploma D’Esecuzione e successivamente a Milano seguendo i Civici Corsi di Jazz.
Vincitore di numerosi Concorsi Nazionali ed Internazionali tra cui il Premio per pianisti jazz ‘F. Gulda’ ed una nota di merito al Concorso Internazionale Martial Solal di Parigi. Oltre a collaborare con i più grandi nomi del panorama musicale: Paolo Fresu, Fabrizio Bosso, Irio De Paula, Franco Cerri, Gianni Ferrio, Barbara Casini, Mardy Byers, Roberto Prosseda. Nel 2005 ha formato un trio con Yuri Golubev al contrabbasso e Marco Zanoli alla batteria,incidendo due dischi che hanno ottenuto ottimo consenso di pubblico e critica.
Per conoscere meglio questo giovane artista riportiamo una breve intervista a cui ha gentilmente risposto :
– Signor Di Toro, complimentandoci per la sua brillante carriera, ci chiediamo se lei si sente soddisfatto del suo percorso artista oppure avrebbe fatto scelte diverse se potesse tornare indietro?
R- Non avrei fatto una scelta diversa perché l’essere musicista mi riempie la vita di emozioni indescrivibili. Solo la potenza della musica può evocare questo fattore.
– Ha condiviso il palcoscenico con numerosi artisti esibendosi anche in performance diverse. Come mai si cimenta spesso in questo tipo di sperimentazioni? E ricorda qualche momento di queste ‘connubi’ in cui si è sentito particolarmente realizzato?
R- Mi piace esibirmi con diversi artisti anche se poi seguo progetti specifici con alcuni di loro.
Credo che l’unione delle sensibilità tra artisti sia fondamentale per arrivare ad un feeling e ad una complicità totale nel modo di concepire un dialogo musicale.
Di conseguenza, mi piace sperimentare soluzioni e linguaggi nuovi dal punto di vista estetico-musicale. Sono tuttavia convinto che il risultato può sicuramente arricchire la mia anima ed il mio essere artista.
Ricordo varie performance con diversi artisti di livello ma non una in particolare.
Ogni concerto è un momento unico e significativo.
– I progetti da lei realizzati sono già numerosi, ma ne altri in mente? Sta già lavorando su nuovi brani o nuove collaborazioni?
R – Si, sto lavorando alla realizzazione di un dvd in piano solo e contemporaneamente all’uscita di un mio concerto live al Blue Note di Milano lo scorso settembre. Per il resto sto scrivendo nuovi brani per il mio trio e per un progetto in duo con un sassofonista.
– Il prossimo 20 marzo tornerà ad esibirsi a Pescara, terra d’Abruzzo, sua regione natale; che effetto le fa, dopo essersi esibito tanto all’estero?
R – Ogni volta che suono in Abruzzo per me è una emozione speciale. Sento il calore tipica della nostra gente e per un musicista è bello provare questo affetto. E’ vero, suono molto fuori regione ma torno sempre volentieri e con molto piacere ad esibirmi nella mia terra d’origine.
– In conclusione cosa consiglierebbe ai giovani che vorrebbero intraprendere un percorso musicale nel mondo del jazz? Li incoraggerebbe a spostarsi all’estero oppure a rimanere in Italia?
R – Li incoraggerei a provare le due cose. In Italia ci sono ottimi musicisti e si respira una buona cultura. Si potrebbe fare ancora tanto ma come si dice “ la speranza è l’ultima a morire “…