“Da qualche settimana ormai siamo tutti attanagliati dalla presenza di questo virus e purtroppo, non da ultimo, dalle conseguenze che queste comprensibili misure di confinamento stanno generando e continueranno a generare su tutto il territorio nazionale. Il nostro settore (cinema e teatro) ma come tutti gli ambiti a stretto contatto con il pubblico (eventi sportivi, turistici, strutture ricettive ed enogastronomiche, strutture che a vario titolo si occupano del tempo libero, mercati rionali, ecc.) sono letteralmente messi in ginocchio in un modo epocale con gravi conseguenze dalle quali, quanto più persisterà questa emergenza, tanto più sarà seriamente difficile riprendersi.
Io, dalla condizione che il mio mestiere mi dà di osservatore della realtà, sin da subito, dalla così detta creazione della “zona rossa”, ho pensato ad una soluzione che mi è sembrata così ordinaria da non proporla. Ma nei giorni scorsi la situazione è precipitata vertiginosamente e molto velocemente sino ad arrivare a questa notte, nella quale il Suo annuncio dell’ultimo Decreto fa sostanzialmente diventare “zona rossa” tutto il paese. Ebbene, nel non veder attuata né presa in esame (e non scorgerne traccia neanche come ipotesi stando alle ricerche sul web) un’idea che ripeto, mi sembrava normale, e col timore che se non si agisce in questa direzione, il perdurare di questo stato di fermo colpirà irrimediabilmente una della parti più produttive di un paese come l’Italia, ho deciso di suggerirla.
In sostanza: dato che la madre di tutte le emergenze in questa vicenda è la carenza di posti e strutture nei quali accogliere con le dovute attenzioni e possibilità curative i cittadini infetti, ma perché non si è pensato di allestire degli “ospedaletti” nei tanti, tantissimi, “palazzetti dello sport” sparsi sul territorio nazionale?
Ogni comune ne ha più d’uno, addirittura anche i paesi e centri più piccoli ne sono talvolta dotati.
I benefici sarebbero:
1) Tonare alle regole di buon senso finora giustamente suggerite ma procedere col relativo sblocco dello stato di coprifuoco che sta sdraiando un paese già in ginocchio
2) Poter far lavorare migliaia di medici, paramedici, infermieri finora non occupati
3) Liberare gli ospedali dallo stanziamento delle persone infette che stanno letteralmente mandando in tilt gli altri reparti che ospitano in molti casi degenti con patologie altrettanto (se non più) serie
4) Si sacrificherebbero per 1 o 2 mesi solo alcune attività sportive (che sarà un’inezia indennizzare) e non tutti i settori del tessuto sociale
5) Far tornare la serenità all’intera nazione perché le ripercussioni psicologiche di questo lungo stato d’assedio sono e saranno altrettanto gravi dell’aggressività di questo virus
6) Avere una spesa incredibilmente ridotta in termini di spesa pubblica. Costa molto meno all’Italia e all’Europa) allestire 100 campi/presidi ospedalieri (“Ospedaletti”) e attrezzarli con le dovute strumentazioni che non far fronte al disastro economico che sta colpendo in modo diretto la metà del popolo italiano e, per indotto, la restante metà.
Non so se questa ipotesi nasconda una falla che non colgo, in caso contrario, invito Lei e il Governo a questo spunto di urgente riflessione che mi auguro voglia cogliere con tutta l’umiltà di un cittadino e di un operatore comunque attivo nel sociale, che cerca di dare il proprio contributo non perché abbia soluzioni ma poiché esse si trovino.
Confidando nella Sua già nota sensibilità e ringraziandoLa per il lavoro che Lei e la Sua squadra di Governo sta svolgendo in queste drammatiche giornate, Le porgo i miei più cordiali saluti”.
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