PESCARA – Si riuniranno oggi presso il Comune di Pescara i sindaci di Montesilvano, Spoltore, Francavilla e San Giovanni Teatino per confrontarsi sul problema dell’inquinamento atmosferico e sulle possibili soluzioni da adottare in particolare contro le polveri sottili.
FIAB Pescara Bici interviene con la seguente nota su tale questione:
“ Bene è stato fatto ad allargare il perimetro amministrativo territoriale di riferimento per ragionare sulle misure da intraprendere per contrastare il deterioramento della qualità dell’aria e dell’atmosfera nel contesto urbano.
In questa sede crediamo si debbano intanto mettere sul piatto le iniziative che ognuno sta predisponendo sui tempi meno immediati, perché sono quelli che daranno risultati sulla lunga distanza. Misure contingenti, come le domeniche ecologiche, seppure efficaci nell’immediato, al limite nella loro portata educativa, rischiano di risultare sempre e solo sintomatiche.
Preso atto della causa della produzione e della provenienza degli inquinanti, sicuramente da riscaldamento e da traffico veicolare motorizzato, su questi bisogna intervenire, e possibilmente con azioni e scelte che abbiano una reale fattibilità ed efficacia.
Evitare quindi di fare appelli, ancorché utili, al buon senso, che sposterebbe la decisione su un piano non controllabile (l’abbassamento di un grado della temperatura negli appartamenti privati è poco verificabile, quando non si riesce a farlo negli uffici pubblici, scuole, ospedali e quant’altro).
Sulla mobilità invece si può più fattivamente incidere. Ma con misure strutturali.
Sappiamo tutti che in città avvengono spostamenti “sistematici”, che si svolgono cioè tutti alla stessa ora: mattina, ora di pranzo, uscita dagli uffici il pomeriggio. C’è più di una analisi al riguardo, sia in termini di numero di mezzi che di persone che li occupano (per le auto generalmente una). Già aggredire questa componente del traffico con decise misure di riduzione numerica dei “vettori” e di ricomposizione dei passeggeri trasportati porterebbe a interessanti e immediati risultati. Tante sono le azioni che potrebbero essere adottate. Ma da chi? Dai Mobility manager.
Il comune di Pescara ne è già dotato. Anche tutti gli altri comuni possono cogliere la tessa opportunità (come prevede obbligatoriamente una normativa del 1998).
I MM potrebbero incidere in modo significativo su una grande fetta del traffico cittadino predisponendo i “Piani di spostamento casa-lavoro”, a partire dal loro ente di riferimento, il comune, ma anche per le tante aziende che abbiano lo stesso obbligo normativo. Come per le scuole, da pochi anni anche loro obbligate alla nomina del Mobility Manager (Scolastico).
Migliaia di persone, quindi, di cui si possono, anzi si devono cambiare le abitudini negli spostamenti casa-lavoro, casa-scuola. Come? Ad esempio spingendo molto sul trasporto collettivo, bus e car polling, e sulla bicicletta, lavorando sulla efficienza e riorganizzazione dei trasporti e sulle infrastrutture.
Poi c’è il commercio e ci sono i servizi.
Siamo convinti che su questo fronte si possano adottare, immediatamente, misure minimali ma di grande efficacia. Citiamo ad esempio tutta la micro logistica, ovvero la consegna delle merci, visto che la loro sola movimentazione determina in città un considerevole traffico. È possibile intervenire già da adesso con un approccio razionale e sostenibile, che sul medio termine potrebbe significare solo elettrico o ciclistico: diventerà presto così ed è bene prenderci dimestichezza quanto prima.
Poi c’è il traffico “erratico”, meno prevedibile, legato alla fruizione dei servizi e allo svago, più difficile da intercettare e da regolamentare.
Per quanto riguarda i servizi, riteniamo che la loro informatizzazione spinta, quindi smaterializzazione, potrebbe dare un grande contributo alla riduzione degli spostamenti: facciamo muovere i dati, non le persone.
Per tutto il resto, che significa svago, tempo libero e quindi commercio al dettaglio, crediamo debba valere la grande regola della restituzione dello spazio pubblico ai cittadini, perché sentano la città come la propria casa; devono poter quindi avere a disposizione un contesto di riferimento che non sia causa di stress e di sofferenza, ma di conforto, di soddisfazione e di opportunità rispetto alle proprie esigenze. Tutto ciò oggi avviene soprattutto nei luoghi a forte pedonalizzazione, su cui ci sentiamo di non dover spendere alcuna parola tanto forti e chiari sono gli esempi riscontrabili anche in questa città.
Da queste e da altre misure il commercio potrebbe trarre grande vantaggio, molto più che non da una condizione di auto ferme per la strada per la maggior parte del loro tempo ad occupare spazio tolto a pedoni e ciclisti, i clienti reali più vicini al centro commerciale naturale della città.
Per sostenere tutto ciò, e quindi per purificare l’aria, è necessario portare la barra della “componente modale del traffico non motorizzato”, e quindi trasporto collettivo e biciclette, oggi a cifre bassissime, fino al 50%. Il che significa quasi dimezzare, non eliminare, il traffico automobilistico e ridare alla città una grande occasione di sviluppo economico e di crescita sociale, recuperando lo spazio oggi ceduto per ettari e ettari a macchine ferme per riconvertirlo in luoghi di incontro e di rinascita civile e culturale della cittadinanza.
Prima di concludere ci preme richiamare l’attenzione sulla valutazione dei criteri di misurazione dei livelli di concentrazione delle polveri sottili: se le 35 giornate vengono calcolate nell’arco di solo due mesi nell’intorno del 31 dicembre, come dire, 30 a dicembre e 5 a gennaio, non ci sentiremmo affatto tranquilli di rientrare comunque nei limiti fissati dalla normativa vigente, secondo cui le 35 giornate vanno calcolate in riferimento all’anno solare. Nell’organismo umano gli inquinanti si accumulano allo stesso modo tutti i giorni, che appartengono a un anno o all’altro.
Siamo per una mobilità nuova, quindi, per un grande progetto urbanistico, ecologico e sociale, basato anche, molto, sulla bicicletta. Per la Pescara, anche nuova, del 2027 non riusciamo ad immaginare altre strade, lungo le quali la mobilità ciclistica, per quanto ci riguarda, non può che avere un ruolo strategico di primo ordine”.