«Dopo l’operazione di sgombero che, ricordiamo, è avvenuta a distanza di sei mesi dalla firma dell’ordinanza da parte del sindaco Francesco Maragno, e quindi dopo un tempo congruo per trovare soluzioni alternative, quest’Amministrazione ha mostrato ampia disponibilità nei confronti di tutte le persone che abitavano nelle palazzine di via Ariosto.
Abbiamo promosso incontri ma, cosa ancora più importante, ci siamo posti in prima linea per supportarli nella ricerca di abitazioni alternative, offrendo loro sistemazioni temporanee.
Tuttavia abbiamo dovuto scoprire, con grandissimo rammarico, che alcune delle persone che sono state ospitate per diversi giorni hanno avuto atteggiamenti di assoluta inciviltà, causando numerosi problemi al personale impegnato nella gestione della struttura alberghiera e disturbo agli ospiti che condividevano gli stessi spazi.
Non sono mancati danni materiali, per i quali peraltro dovrà essere l’Ente e quindi la comunità montesilvanese a farsene carico; atteggiamenti dissoluti ed imbarazzanti, ulteriormente aggravati dall’abuso di alcool e di sostanze stupefacenti.
Questo scenario degradante e non degno di un popolo pacifico, lavoratore e che merita il massimo della stima, è riportato per iscritto in una relazione puntuale che ci è stata consegnata dal personale della struttura ospitante».
«Mi risulta che solo 3 senegalesi, su 48 appartamenti, avessero sottoscritto regolarmente un contratto d’affitto e tra questi uno di loro ci ha documentato il regolare pagamento della Tari. Per oltre sei mesi, si sono avvicendate in Comune tante figure con le quali abbiamo trattato, mediato e collaborato.
Oggi, alla luce delle deludenti risposte e atteggiamenti affatto collaborativi di un gruppo ristretto di senegalesi, ci troviamo costretti a rivedere i rapporti con quella parte di loro che pretendono dall’Ente una totale assistenza confondendo il Comune per un’agenzia immobiliare.
Ciò che più rammarica – conclude Cozzi – è che il tempo ha fatto emergere una serie di circostanze sgradevoli che hanno logorato pezzo per pezzo quella fiducia che aveva alimentato la nostra volontà di trovare una soluzione al problema umano e sociale, ulteriormente incrinata dalla modalità volgare, blasfema e quindi non pacifica con la quale hanno condotto la manifestazione odierna».
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